Page 385 - Profili di Storia
P. 385
P2_Modulo05.qxp 19-03-2010 9:45 Pagina 370
Modulo 5
L’impero romano
lo svolgimento delle loro funzioni, i governatori erano sottoposti al controllo del senato
e i provinciali, assistiti da patroni romani, potevano accusare i governatori di malversa-
zioni e abusi e ricorrere sempre al senato.
Questi strumenti di controllo e di repressione, tuttavia, si erano presto rivelati come una
pura finzione. Infatti, i governatori usciti di carica erano senatori, come i loro giudici: si
creava così una rete di complicità che impediva il corretto esercizio della giustizia; e a nulla
valse l’istituzione, nel 149 a.C., di un tribunale preposto a questi casi, perché anch’esso era
composto interamente da senatori.
Così, i governatori si abituarono ad agire al di fuori della legge: estorsioni, ruberie, di-
sprezzo dei diritti dei provinciali, abusi di autorità, esenzioni illecite caratterizzavano
spesso la loro condotta. I governatori erano spesso complici dei pubblicani, gli appalta-
tori delle imposte che spremevano i contribuenti ben oltre il dovuto. Del resto la carrie-
ra politica a Roma diveniva un’avventura sempre più costosa: la competizione per le ca-
GUIDAALLOSTUDIO riche richiedeva clientele, elargizioni, voti comprati, uno stile di vita sfarzoso. Così, l’es-
1. Che cosa prevedeva la legge sere inviati a fare i governatori in una provincia cominciò a essere ritenuta un’occasione
frumentaria del 123 a.C.?
2. A chi avrebbe voluto estendere la indispensabile per recuperare le spese sostenute e accumulare il necessario per le future.
cittadinanza romana Gaio Gracco? Per sanare la situazione, Gaio Gracco propose che i tribunali fossero assegnati unica-
3. Chi controllava i governatori? Chi li
giudicava? mente ai cavalieri: in questo modo egli intendeva ottenere anche un vantaggio politico,
4. Perché Gaio Gracco «diede due mettendo l’uno contro l’altro i due principali ordini che costituivano la classe dirigente.
teste alla città»?
Con grande efficacia una fonte antica dice che Gaio «diede due teste alla città».
7. Disfatta del movimento graccano
Manovre contro Gaio Gracco Lo scopo complessivo di queste proposte era chiaro:
guadagnare al movimento graccano il favore di varie componenti della società romana e
italica, dai cavalieri alla plebe urbana, agli alleati, isolando nello stesso tempo le fazioni
più conservatrici del senato. Ma il disegno non riuscì. La legge sulla cittadinanza incon-
trò ancora una volta forti resistenze nella grandissima maggioranza dei Romani, che non
volevano condividere con nessuno i loro antichi privilegi, e non fu approvata, mentre
oscure manovre riuscirono a isolare il tribuno della plebe.
Il perno di queste manovre fu un altro tribuno, Marco Livio Druso. Collegato a potenti
gruppi senatorii, Druso approfittò di un’assenza di Gaio e avanzò alcune proposte anco-
ra più audaci, che miravano a screditare Gaio e i suoi seguaci, facendoli apparire come
gente pavida e lontana dai veri interessi delle masse. Queste manovre ebbero successo e
Gaio non fu rieletto.
Privo di potere e di sostegno, egli divenne preda degli avversari: nel 121 a.C. scoppiaro-
no degli incidenti in occasione di un concilio della plebe, e il senato colse al volo l’occa-
sione: emanò per la prima volta il cosiddetto senatus consultum ultimum, una «estrema
deliberazione del senato» con la quale si ordinava ai magistrati di compiere tutti gli atti
necessari, anche al di fuori della legge normale, per ristabilire l’ordine e «difendere la re-
pubblica». Questa espressione altro non voleva dire se non che il movimento graccano
poteva essere soffocato nel sangue, e così fu. Per non cadere vivo nelle mani dei nemici,
Gaio si fece uccidere da uno schiavo.
Smantellamento delle riforme Dopo questo nuovo massacro il senato procedette allo
smantellamento delle riforme graccane. Fu uno smantellamento graduale ma sistematico.
Si cominciò con lo stabilire che i lotti di terra assegnati ai nullatenenti fossero alienabili:
LINK p.372
La crisi sociale e le riforme in questo modo i ricchi riuscirono, pagando una buonuscita o esercitando pressioni an-
370