Page 387 - Profili di Storia
P. 387

P2_Modulo05.qxp  19-03-2010  9:45  Pagina 372











                   DOSSIER                   La crisi sociale
                                             e le riforme


                         In che misura            ll’inizio del II sec. a.C. Roma era ormai diventata un impero. L’afflusso di ingenti ricchezze dai
                                              Aterritori conquistati determinò profondi cambiamenti sul piano economico e sociale.
                           le conquiste
                                              Per prima cosa,la formazione di vasti latifondi portò all’impoverimento di contadini [®DOC1],i qua-
                         mediterranee
                                              li andarono a ingrossare le file del proletariato urbano.I contadini,inoltre,furono fortemente danneg-
                       influirono sulla       giati anche all’incremento della manodopera schiavile,frutto delle recenti conquiste [®DOC2].
                     società romana?          Queste trasformazioni sociali, verificatesi in un lasso di tempo relativamente breve – circa un seco-
                                              lo – determinarono l’insorgere di tensioni e conflitti sociali.
                                              Alcuni uomini politici di tendenze progressiste tentarono di risolvere tali conflitti avanzando alcune
                 In che modo si tentò
                                              proposte di riforma.Tra tutti spicca Tiberio Gracco,tribuno della plebe nell’anno 133 a.C.,il quale pro-
                   di risolvere la crisi
                                              pose una legge agraria che prevedeva la redistribuzione delle terre dello Stato ai contadini sottraen-
                 che investì la società       dole ai latifondisti. La legge, approvata dalla plebe, suscitò la dura opposizione della parte più tradi-
                              romana?         zionalista del senato,che represse violentemente il movimento riformista [®DOC3].Dieci anni dopo
                                              Gaio Gracco,fratello di Tiberio,anch’egli tribuno della plebe,cercò di attuare un programma di rifor-
                                              me che prevedeva,tra le diverse proposte,l’estensione della cittadinanza agli Italici.Anche a ciò la rea-
                                              zione della maggioranza dei senatori culminò in una strage [®DOC4].L’operato dei Gracchi suscitò
                                              tra i contemporanei opinioni contrastanti:mentre gli storici di parte senatoria insistevano sugli ecces-
                                              si da loro compiuti [®DOC5],gli storici di parte democratica insistevano sull’oppressione esercitata
                                              dai ricchi,che avrebbe causato la reazione dei graccani [®DOC6].



                                             La crisi delle campagne italiche

                                             La crisi sociale esplosa nel II sec. a.C. riguardava in primo luogo il mondo rurale. Già gli antichi
                                             insistettero sul fatto che essa dipendeva dall’accaparramento abusivo, da parte dei ricchi, di quo-
                                             te consistenti di agro pubblico, dal fatto che i contadini liberi erano sottratti al lavoro dei campi
                                             dal servizio militare, dalla concomitante diffusione della manodopera schiavile. Tutto ciò fu visto
                                             lucidamente da Appiano di Alessandria, uno storico greco del II sec. d.C., che aveva forti inte-
                                             ressi di storia sociale.


                 DOC1
                  Appiano, Le guerre civili, I, 26-31  Agivano in questo modo perché crescesse  vano a diventarlo sempre di più e gli schiavi
                                                      la popolazione italica, da loro considerata  aumentavano per le campagne, mentre la
                  I Romani, man mano che sottomettevano  resistentissima alle fatiche, per aver così al-  scarsità e la mancanza di popolazione afflig-
                  con le armi le regioni dell’Italia, si impadro-  leati in casa. Ma accadde il contrario delle  gevano gli Italici, rovinati dalla povertà,
                  nivano di parte del territorio e vi fondavano  loro speranze. Difatti, i ricchi, occupata la  dalle imposte e dal servizio militare. Se per
                  delle città oppure nelle città già esistenti de-  maggior parte della terra indivisa e resi si-  caso avevano un po’ di respiro dalla milizia,
                  ducevano propri coloni: essi consideravano  curi col passar del tempo che nessuno più  si trovavano disoccupati, perché la terra era
                  queste colonie come dei presìdi. Del terre-  l’avrebbe loro tolta, quante altre piccole  posseduta dai ricchi, che impiegavano a col-
                  no volta a volta da loro conquistato divide-  proprietà di poveri erano loro vicine o le  tivarla lavoratori schiavi anziché liberi.
                  vano subito la parte coltivata fra i coloni de-  compravano con la persuasione o le pren-
                  dotti, o la vendevano, oppure l’affittavano;  devano con la forza, sì da coltivare estesi la-
                  la parte che in seguito alla guerra era allora  tifondi al posto di semplici poderi.  1. A causa dell’assenza dei contadini, impegnati per
                  incolta , ed era la maggior parte, non aven-  Essi vi impiegavano, nei lavori dei campi e  molti anni nelle campagne militari.
                       1
                  do tempo di assegnarla in lotti, permetteva-  nel pascolo, degli schiavi, dato che i liberi
                  no con un editto che la coltivasse nel frat-  sarebbero stati distolti per il servizio milita-
                  tempo chi voleva, dietro pagamento di un  re dalle fatiche della terra. D’altro canto il
                  canone sui prodotti annui, un decimo per le  capitale rappresentato da questa mano d’o-  GUIDAALLALETTURA
                  seminagioni e un quinto per le culture arbo-  pera arrecava loro molto guadagno per la  1. Quale atteggiamento avevano i ricchi nei
                  ree. Veniva stabilito un canone anche per gli  prolificità degli schiavi, che si moltiplicava-  confronti dell’agro pubblico?
                                                                                           2. Per quale motivo i ricchi impiegavano
                  allevatori tanto del bestiame grosso quanto  no senza pericoli, stante la loro esclusione  manodopera schiavile nei latifondi?
                  del minuto.                         dalla milizia. In tal modo i ricchi continua-  3. Qual era la condizione degli Italici?


                 372
   382   383   384   385   386   387   388   389   390   391   392