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Unità 15
La crisi della repubblica
4. Tiberio Gracco
Alla gravissima crisi sociale e politica che affliggeva la repubblica cercò di dare una ri-
sposta un piccolo gruppo di nobili più sensibili alle condizioni del popolo e all’urgenza
del risanamento, tra i quali spiccavano i fratelli Tiberio e Gaio Gracco, appartenenti a
una famiglia plebea di antica nobiltà.
Il tribunato di Tiberio Eletto tribuno della plebe nel 133 a.C., Tiberio propose subito
all’assemblea della plebe un progetto di ampio respiro sociale, che mirava ad alleviare la
condizione dei contadini impoveriti. La sua legge agraria concedeva in proprietà agli oc-
cupanti abusivi un massimo di 500 iugeri (125 ettari), più 250 iugeri per ogni figlio, fino
a un massimo di 1000 iugeri. La parte di agro pubblico recuperata in seguito a questa li-
mitazione sarebbe stata assegnata ai cittadini più poveri, in lotti probabilmente di 30 iu-
geri: questi lotti sarebbero rimasti invece giuridicamente di proprietà dello Stato. Si vo-
leva evitare in tal modo che gli assegnatari rivendessero immediatamente ai più ricchi
quanto ottenuto, ricreando in breve tempo quella stessa situazione di malessere sociale
che la riforma cercava di sanare. Le operazioni di recupero e di riassegnazione dell’agro
pubblico sarebbero state affidate a una commissione speciale composta da tre membri,
autorizzati anche a risolvere le controversie che sarebbero inevitabilmente sorte.
Con questa legge Tiberio intendeva risolvere contemporaneamente due problemi: quel-
lo dei contadini impoveriti e ridotti al rango di proletarii (cioè di nullatenenti); quello del-
l’esercito, che dalla ricostituzione di un ceto di piccoli proprietari avrebbe tratto nuova
linfa (i cittadini privi di reddito, come si ricorderà, non erano arruolabili).
Deposizione di Marco Ottavio L’oligarchia romana decise quindi di opporsi con tut-
† Eugène Guillaume, «Cenotafio
ti i mezzi a questa riforma. La prima sorpresa per Tiberio venne da parte di un suo col- dei Gracchi», fine XIX sec.
lega legato agli ambienti conservatori, il tribuno della plebe Marco Ottavio, che esercitò [Musée d’Orsay, Parigi]
il suo diritto di veto e bloccò la votazione. Tiberio convocò allora un’altra assemblea, al- Questa scultura, opera di un artista
moderno, raffigura Tiberio e Gaio
lo scopo di dichiarare decaduto Ottavio, con la motivazione che un tribuno della plebe Gracco. Eletti tribuni della plebe,
non poteva esser ostile agli interessi della plebe stessa. Questa iniziativa di Tiberio era Tiberio e Gaio cercarono di porre un
limite allo strapotere dell’aristocrazia
un’assoluta novità e i nemici gridarono allo scandalo; ma il tribuno riuscì a far destituire senatoria e di ripartire in modo più
Ottavio e la lex Sempronia agraria fu approvata. equo i frutti dei
Con azioni come questa, Tiberio Gracco e i suoi seguaci successi militari,
in particolare
introdussero comportamenti nuovi nella politica romana. distribuendo
l’agro pubblico
Fino a quel momento i ceti dirigenti della città si erano ai cittadini
mantenuti sostanzialmente concordi nell’evitare iniziative romani poveri.
che entrassero in stridente contrasto con la tradizione. Ti-
berio, nel momento in cui propose la destituzione del
collega, assunse invece un’iniziativa dirompente: al
peso della tradizione, che non prevedeva la desti-
tuzione di un collega, egli contrappose una visio-
ne più aperta e dinamica dei comportamenti e
delle regole politiche. I nobili che si riconosce-
vano in questo nuovo stile usarono come stru-
mento di lotta il tribunato della plebe: questa ca-
rica, che da tempo veniva esercitata in sostan-
ziale consenso con gli orientamenti politici do-
minanti, servì ora come mezzo di opposizione.
Il tesoro di Attalo La riforma agraria di Ti-
berio Gracco aveva un punto particolarmente
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