Page 378 - Profili di Storia
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                                                                                     La crisi della repubblica



                        2. La diffusione della schiavitù

                        Come tutte le società antiche, anche quella romana faceva tradizionalmente ampio uso
                        della schiavitù. Nell’età delle conquiste mediterranee il sistema schiavistico romano subì
                        tuttavia profonde trasformazioni, connesse non soltanto con l’enorme numero di schiavi
                        che allora affluì in Italia e in Sicilia ma anche con le forme della loro utilizzazione.
                         L’approvvigionamento Il rifornimento degli schiavi era anzitutto assicurato dalla cat-
                        tura di prigionieri di guerra, uomini, donne e bambini. Questi prigionieri diventavano
                        bottino dei soldati o venivano venduti all’asta dalle autorità pubbliche. Nell’Italia del II
                        sec. a.C., e anche in province come la Sicilia, c’erano individui che possedevano centinaia
                        di schiavi; ma ogni cittadino libero che non fosse in condizioni di assoluta povertà pos-
                        sedeva almeno uno schiavo.
                        Un’altra fonte di approvvigionamento era il mercato libero. Sembra che nel principale
                        luogo di smercio, l’isola greca di Delo, fossero venduti fino a 10.000 schiavi al giorno.
                        Questa merce umana aveva varia provenienza: si trattava soprattutto di individui cattu-
                        rati e rivenduti dai pirati oppure di prigionieri di re o di capi di tribù barbare situate al
                        di fuori del dominio romano. Altre fonti erano rappresentate dall’allevamento degli schia-
                        vi (vale a dire dai bambini nati da genitori schiavi) o dall’esposizione degli infanti.

                         La villa schiavile Tra le società antiche, nessuna portò lo sfruttamento degli schiavi al  † La villa schiavile
                        livello di efficienza raggiunto dai Romani: lo dimostra soprattutto la nuova organizzazio-  [disegno di D. Spedaliere]
                        ne del lavoro schiavile diffusa a partire dal II sec. a.C. nelle medie e grandi aziende agrico-  La villa schiavile comprendeva tre
                        le (le villae) dell’Italia meridionale. Le nostre conoscenze sull’organizzazione delle villae  parti destinate a specifiche funzioni.
                                                                                                           La pars urbana, dedicata ai padroni,
                        schiavistiche sono in larga parte dovute ai trattati sull’agricoltura, redatti tra la metà del  era strutturata come le altre case
                                                                                                           romane, con l’atrio, il cortile e le
                                                                                                           varie stanze residenziali. La pars
                                                                                                           fructuaria comprendeva invece i
                                                                                                           locali destinati alla lavorazione dei
                                                                                                           prodotti della terra, oltre a magazzini
                                                                                                           e cantine. La pars rustica, infine, era
                                                                                                           la zona destinata alle stalle e agli
                                                                                                           alloggi degli schiavi.





































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