Page 38 - Profili di Storia
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                                                                                      Le culture preistoriche


                        le diventa sempre più dritta; i denti incisivi e canini si riducono al livello degli altri. I va-
                        ri stadi dell’evoluzione biologica dell’uomo sono rappresentati dal cosiddetto Homo erec-
                        tus o ergaster, così chiamato perché certamente adottava regolarmente la stazione eretta.
                        I resti più antichi, rinvenuti sempre in Africa orientale, risalgono a 1,5 milioni di anni fa:
                        dotato di un’accresciuta capacità cranica, questo tipo di uomo aveva una statura non mol-
                        to lontana da quella dell’uomo attuale ed era in grado di esprimersi. La tecnologia rudi-
                        mentale ereditata dall’Homo habilis fu notevolmente sviluppata e diversificata dall’Homo  GUIDAALLOSTUDIO
                        erectus (dalla fabbricazione dei ciottoli bifacciali alla scoperta del fuoco, dalla costruzio-  1. Sottolinea sul testo le diverse
                                                                                                            funzioni del linguaggio per Homo
                        ne delle capanne alla confezione degli abiti), rendendolo il protagonista dell’evoluzione  habilis.
                        umana sia dal punto di vista psicofisico sia dal punto di vista culturale.          2. Homo erectus fu il primo Ominide
                                                                                                            ad alzarsi sugli arti posteriori?
                        Per diretta evoluzione dall’Homo erectus si formò, circa 300.000 anni fa, l’Homo sapiens,  3. Homo erectus fu il primo Ominide
                        molto simile all’uomo moderno, e l’Homo sapiens sapiens, del tutto simile a esso.   a usare il fuoco?



                        4. Il processo di ominazione

                         Il contesto climatico e ambientale A partire da circa 2 milioni di anni fa, e cioè in coin-
                        cidenza con l’apparizione dell’Homo habilis, la Terra subì una serie di sconvolgenti cam-
                        biamenti climatici – tra cui ricordiamo l’ultima glaciazione, detta di Würm (dal nome del
                        fiume tedesco nella cui valle fu riconosciuta la traccia geologica dell’avanzata dei ghiac-
                        ci) che si estese dall’80.000 al 10.000 a.C. – in conseguenza dei quali si verificarono
                        profondi mutamenti di temperatura, di fauna e di flora, ai quali la specie umana si adattò
                        progressivamente, facendo di questa specifica capacità il proprio punto di forza nella du-
                        ra lotta per la sopravvivenza.
                         L’Uomo di Neanderthal Per alcuni milioni di anni l’evoluzione della specie umana eb-
                        be come scenario esclusivo l’Africa. Fu l’Homo erectus che si diffuse al di fuori del con-
                        tinente africano: resti fossili, risalenti a circa 1 milione di anni fa, sono stati rinvenuti in
                        Indonesia, indicando una prima direttrice di «espansione» attraverso l’area del Vicino
                        Oriente, del subcontinente indiano, dell’Indocina. A circa 300.000 anni fa, nel passaggio
                        dall’Homo erectus all’Homo sapiens, risalgono le prime attestazioni umane in Europa. Per
                        lungo tempo ancora, non ci furono invece presenze umane nelle Americhe e in Australia.
                        Il processo di ominazione, ovvero di diffusione della specie umana sulla superficie terre-
                        stre, vede un primo significativo momento di differenziazione circa 150.000 anni fa, da-
                        ta intorno alla quale le strutture scheletriche ritrovate in Africa, in Europa, in Asia co-
                        minciano ad assumere caratteristiche divergenti. In particolare, numerosi reperti trovati
                        in Europa e in Asia, e risalenti al periodo compreso tra 120.000 e 35.000 anni fa, presen-
                        tano specifici tratti comuni che sono classificati nella sottospecie specifica dell’Homo sa-
                        piens Neanderthalensis, l’Uomo di Neanderthal, così chiamato dal luogo di ritrovamento
                        dei suoi resti, la valle del fiume Neander in Germania. La struttura scheletrica dell’Uo-
                        mo di Neanderthal è caratterizzata da fronte bassa, arcate sopraciliari e mandibole mol-
                        to sviluppate e da un’ossatura tozza e robusta. L’area di diffusione di questa sottospecie
                        ricopre gran parte dell’Europa continentale, dei Balcani, del Vicino Oriente. Nello stes-
                        so arco di tempo, invece, i più rari ritrovamenti in Africa documentano un’evoluzione del-
                        la struttura scheletrica decisamente più vicina a quella dell’Homo sapiens sapiens.

                         L’Uomo di Cro-Magnon Circa 35.000 anni fa la storia dell’umanità subisce un’im-
                        provvisa accelerazione. Essa è particolarmente ben documentata in Europa, dove coinci-
                        de con la progressiva affermazione dell’Homo sapiens sapiens Cromagnonensis, l’Uomo di
                        Cro-Magnon, anch’esso così detto dal luogo di ritrovamento (una roccia lungo la linea
                        ferroviaria Marsiglia-Bordeaux, in Francia) dei primi resti ossei. L’Uomo di Cro-Magnon

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