Page 356 - Profili di Storia
P. 356
P1_Modulo04b.QXD 22-02-2010 11:52 Pagina 341
Unità 14
L’identità romana
VITA SOCIALE I bambini romani
E DIRITTO
el mondo romano, almeno un scuola primaria (noi diremmo «elementa-
Nbambino su cinque moriva nei re») si teneva quasi sempre sotto un porti-
primi anni di vita, e questa regola valeva sia co pubblico, e solo una tenda la isolava dal
per i poveri sia per i ricchi. La mortalità in- traffico circostante. Chi si trovava a passa-
fantile, del resto, è rimasta alta lungo tutta la re nei pressi di una scuola sentiva soprat-
storia europea, ancora fino all’Ottocento. tutto rimproveri e pianti. L’educazione ro-
La notevole possibilità che un figlioletto mana faceva infatti un larghissimo uso dei
non diventasse mai adulto influiva sui senti- rimproveri e delle punizioni corporali: non
menti dei genitori: provocava un atteggia- c’era maestro senza frusta e la frusta si ab-
mento difensivo, che poteva manifestarsi batteva spesso sulla schiena degli scolaret-
come indifferenza e mancanza di tenerezza, ti. Anche a casa le punizioni corporali era-
oppure, al contrario, come una partecipa- no all’ordine del giorno. I genitori poteva-
zione ansiosa ed eccessiva. no essere teneri e affettuosi, ma erano so-
Fino ai sette anni, il bambino era indicato prattutto figure autorevoli, cui si doveva
col termine infans, «infante», che significa- venerazione e ubbidienza. Nelle famiglie
va «incapace di parlare»; certo, un bimbo di che potevano permettersi gli schiavi, la fi-
cinque o sei anni era perfettamente in grado gura presso la quale il bambino cercava in-
di pronunciare frasi complete e intellegibili timità e tenerezza era piuttosto la «nutri-
ma, pensavano i Romani, egli non era anco- ce», la schiava che si occupava dell’alleva-
ra dotato di ragione, e quindi non sapeva mento dei bambini.
parlare. Non essendo dotato di parola, il A dodici anni il bambino romano di buona
bambino non aveva un’identità propria, era famiglia abbandonava la scuola elementare;
piuttosto un uomo incompleto. a quattordici anni smetteva la veste infantile
A sette anni il bambino era in grado di usa- e indossava la «toga virile». Egli si liberava
re la parola vera e propria, che gli consenti- inoltre della «bolla», un ornamento che ve-
va di formulare pensieri logici. Doveva niva portato appeso al collo, formato da due π Fanciullo con la «bulla», I sec. d.C.
però imparare a esprimersi bene e a diven- piastre concave che contenevano degli amu- [Museo del Louvre, Parigi]
tare, se possibile, istruito. A questo scopo leti portafortuna, e che indicava la condizio-
veniva mandato a scuola. Si trattava, come ne infantile. Le bambine smettevano invece
per il mondo greco, di scuole private, la cui di studiare a dodici anni, quando si separa- † Sarcofago di Cornelius Statius,
retta era pagata dai genitori o da benefatto- vano dalle loro bambole e le offrivano alla 150-160 d.C.
[Museo del Louvre, Parigi]
ri ricchi. La vita scolastica era tutt’altro che dea Venere. Ora esse attendevano il mo-
allegra. Anzitutto non dobbiamo pensare a mento del matrimonio, che giungeva solita- Da sinistra verso destra, questo rilievo raffigura
le fasi dell’infanzia: dall’allattamento ai primi
edifici chiusi e protetti dalle intemperie: la mente molto presto. rudimenti scolastici.
341