Page 352 - Profili di Storia
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                                                                                          L’identità romana



                        3. Gli dèi romani

                        Nella progressiva unificazione culturale dell’Italia, la religione svolse naturalmente una
                        funzione molto importante. La religione romana, sviluppatasi già in età molto antica at-
                        traverso intensi contatti con le altre genti italiche e mediterranee, si arricchì con il proce-
                        dere della conquista: figure divine, miti, riti stranieri entrarono a far parte dell’universo
                        religioso dei Romani e composero un quadro estremamente complesso.
                         Il pantheon Nello strato più antico
                        della religione romana era molto forte la                                          √ La dea Minerva, III sec.
                                                                                                           [dal Santuario di Lavinio, Antiquarium
                        credenza in poteri divini di tipo astratto,                                        del Palatino, Roma]
                        che venivano chiamati numina (appunto                                              Appartenente al patrimonio religioso
                        «potenze divine») e riguardavano soprat-                                           osco-umbro e latino-falisco, la dea
                                                                                                           Minerva fu «importata» in ambiente
                        tutto l’agricoltura e la vita familiare. Si                                        etrusco nel VI sec. a.C. Uno dei suoi
                        veneravano  per  esempio:  Vervactor,  la                                          templi più antichi si innalzava sul
                                                                                                           monte Celio.
                        potenza che ara la terra incolta; Messor,
                        quella che presiede alla mietitura; Partu-
                        la, che presiedeva al parto, e così via.
                        Oltre a queste potenze, il pantheon ro-
                        mano arcaico comprendeva anche divi-
                        nità antropomorfe, come  Vesta, la dea
                        del focolare (da confrontare con la Estìa
                        dei Greci), Giano, che sovrintendeva al-
                        le porte,  Mater Matuta, la madre del
                        mattino, Silvano e Fausto, dèi dei boschi,
                        Libero e Libera, divinità delle funzioni
                        generatrici.
                        Le divinità principali della religione ro-
                        mana arcaica erano tre: Iuppiter o Giove,
                        corrispondente al greco Zeus, il padre
                        degli dèi; Marte, originariamente dio del-
                        l’agricoltura, poi della guerra, corrispon-
                        dente al greco Ares; Quirino, il dio dei
                        cittadini riuniti in assemblea: più tardi
                        quest’ultimo fu identificato con Romolo.
                        Questa triade più antica fu poi soppian-
                        tata da una triade composta da Giove,
                        Giunone e Minerva, e chiamata «capito-
                        lina» perché venerata in un prestigioso
                        tempio sul Campidoglio. Giunone era la
                        dea delle donne e corrispondeva alla gre-
                        ca Era; Minerva la protettrice delle arti e
                        degli artigiani (corrispondeva ad Atena).
                        L’antica tendenza dei Romani a venerare
                        potenze divine astratte non venne mai
                        meno. Anzi, essa si potenziò nel culto di
                        divinità che esprimevano determinate
                        virtù o aspetti positivi dell’esistenza: per
                        esempio  Vittoria,  Fides («la buona fe-

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