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Unità 14
L’identità romana
3. Gli dèi romani
Nella progressiva unificazione culturale dell’Italia, la religione svolse naturalmente una
funzione molto importante. La religione romana, sviluppatasi già in età molto antica at-
traverso intensi contatti con le altre genti italiche e mediterranee, si arricchì con il proce-
dere della conquista: figure divine, miti, riti stranieri entrarono a far parte dell’universo
religioso dei Romani e composero un quadro estremamente complesso.
Il pantheon Nello strato più antico
della religione romana era molto forte la √ La dea Minerva, III sec.
[dal Santuario di Lavinio, Antiquarium
credenza in poteri divini di tipo astratto, del Palatino, Roma]
che venivano chiamati numina (appunto Appartenente al patrimonio religioso
«potenze divine») e riguardavano soprat- osco-umbro e latino-falisco, la dea
Minerva fu «importata» in ambiente
tutto l’agricoltura e la vita familiare. Si etrusco nel VI sec. a.C. Uno dei suoi
veneravano per esempio: Vervactor, la templi più antichi si innalzava sul
monte Celio.
potenza che ara la terra incolta; Messor,
quella che presiede alla mietitura; Partu-
la, che presiedeva al parto, e così via.
Oltre a queste potenze, il pantheon ro-
mano arcaico comprendeva anche divi-
nità antropomorfe, come Vesta, la dea
del focolare (da confrontare con la Estìa
dei Greci), Giano, che sovrintendeva al-
le porte, Mater Matuta, la madre del
mattino, Silvano e Fausto, dèi dei boschi,
Libero e Libera, divinità delle funzioni
generatrici.
Le divinità principali della religione ro-
mana arcaica erano tre: Iuppiter o Giove,
corrispondente al greco Zeus, il padre
degli dèi; Marte, originariamente dio del-
l’agricoltura, poi della guerra, corrispon-
dente al greco Ares; Quirino, il dio dei
cittadini riuniti in assemblea: più tardi
quest’ultimo fu identificato con Romolo.
Questa triade più antica fu poi soppian-
tata da una triade composta da Giove,
Giunone e Minerva, e chiamata «capito-
lina» perché venerata in un prestigioso
tempio sul Campidoglio. Giunone era la
dea delle donne e corrispondeva alla gre-
ca Era; Minerva la protettrice delle arti e
degli artigiani (corrispondeva ad Atena).
L’antica tendenza dei Romani a venerare
potenze divine astratte non venne mai
meno. Anzi, essa si potenziò nel culto di
divinità che esprimevano determinate
virtù o aspetti positivi dell’esistenza: per
esempio Vittoria, Fides («la buona fe-
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