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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma


                                                                           Parallelamente, alcuni autori greci cominciarono a par-
                                                                           lare con sempre maggior insistenza di Roma come di una
                                                                           città fondata dai Troiani. Evidentemente la fama di quel-
                                                                           la potente città del Lazio era giunta anche in Grecia e il
                                                                           suo collegamento con la guerra di Troia serviva anche a
                                                                           rendere più vicina quella realtà lontana e, in qualche mo-
                                                                           do, a spiegarla. La leggenda era nota a Pirro quando in-
                                                                           vase l’Italia: egli sostenne infatti di essere un discenden-
                                                                           te di Achille, e di proseguire contro i Romani, stirpe di
                                                                           Enea, l’antica e mortale lotta tra Achei e Troiani. Pochi
                                                                           anni dopo, questa versione delle origini troiane risulta
                                                                           accreditata nella stessa Roma: all’inizio della Seconda
                                                                           guerra punica, i Romani fecero infatti generose conces-
                                                                           sioni alla città siciliana di Segesta, adducendo a motiva-
                                                                           zione le comuni origini troiane.
                                                                            Fusione delle due leggende A un certo momento del-
                                                                           la loro storia, i Romani si ritrovarono dunque con due
                                                                           racconti delle loro origini. Uno era quello locale, colle-
                                                                           gato alla storia di Romolo e Remo, l’altro, di derivazio-
                                                                           ne greca, era appunto quello connesso alla figura di
                                                                           Enea. La soluzione fu trovata nella fusione dei due rac-
                                                                           conti: Enea, giunto nel Lazio, sposò Lavinia, la figlia di
                                                                           un re locale chiamato Latino; in onore della sposa diede
                                                                           il nome di Lavinio alla città da lui fondata. Un figlio di
                                             Enea, Ascanio (detto anche Iulo), fondò a sua volta la città di Alba Longa, dove regnaro-
                  π Enea ferito curato dal medico
                             Iapige, I sec. d.C.  no trenta re, fino a Numitore.
                      [dalla casa di Sirico a Pompei,
                     Museo Archeologico Nazionale,  A questo punto la leggenda di Enea si salda con quella di Romolo, a noi già nota [®11.7].
                                      Napoli]  Anche se le due leggende delle origini di Roma trovarono un collegamento armonico, re-
                  Sulle origini di Roma esistevano due  stava fissato un dato di fondo: i Romani, riconnettendosi a Enea e a Troia, si rappresen-
                   diversi racconti: quello latino, che
                    raccontava di Romolo e Remo, e  tarono non come consanguinei dei Latini e degli Italici, ma come consanguinei dei Troia-
                 quello greco, secondo il quale Enea,  ni. In altre parole, essi riconobbero sì di avere rapporti privilegiati con le altre genti del-
                   fuggito da Troia durante l’incendio
                 della città, era approdato sulle coste  la nostra penisola: rapporti che si basavano sulla supremazia militare romana, sull’inte-
                      del Lazio con i suoi compagni.   grazione, da parte di Roma, dei popoli italici vinti, sulla reciproca fiducia, sulla comune
                    I Romani fusero sapientemente le
                 due leggende riconoscendo nell’eroe  partecipazione ai vantaggi delle conquiste mediterranee. Ma al tempo stesso i Romani si
                    troiano un antenato di Rea Silvia,   proclamavano  diversi in quanto discendenti dall’antichissima stirpe dell’eroe troiano
                 la madre di Romolo e Remo, e quindi
                  attribuendogli la paternità di Roma.  Enea.
                                              I Romani come Enea Il personaggio di Enea fu adottato come progenitore di Roma
                                    pietas   anche perché esprimeva nel migliore dei modi alcuni ideali collettivi del popolo romano.
                     Il termine deriva da pius, «pio,  Il suo carattere e le sue virtù sembravano esprimere il carattere e le virtù di tutti i Roma-
                 pietoso». Per pietas si intende quella
                  particolare disposizione dell’animo  ni. L’intera vita religiosa del popolo romano aveva uno scopo principale: la ricerca di quel
                      umano a manifestare rispetto,  favore degli dèi (pax deorum) che solo poteva assicurare la sopravvivenza e la potenza del-
                  devozione e affetto verso i genitori,  la città. Questa particolare protezione divina si riversava sui Romani perché essi erano un
                    verso la patria, verso le divinità.
                                             popolo quant’altri mai pio e religioso, che – anche in mezzo alle più gravi avversità – sa-
                                             peva accettare il volere divino con forza d’animo e spirito di sacrificio. Proprio come Enea
                 GUIDAALLOSTUDIO             – eroe paziente e devoto – che, fuggendo dalla sua città incendiata dagli Achei, dalla de-
                 1. Dichiarandosi discendenti di Enea
                 i Romani pretendevano di avere  finitiva rovina della patria, dalle stragi dei parenti e degli amici, aveva trovato la forza d’a-
                 origini greche?             nimo per affrontare un viaggio pieno d’incognite e di pericoli e arrivare infine sulle coste
                 2. Che cos’era la pax deorum?
                                             del Lazio per radicarvi la sua progenie.

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