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Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
√ Il tempio della Fortuna Virile, III sec. a.C.
[Roma]
Il tempio della Fortuna Virile sorge vicino all’antico porto fluviale di Roma,
il Portus Tiberinus, ed è probabilmente dedicato al dio Portunus,
protettore degli accessi fluviali. Uno degli edifici meglio conservati di
Roma antica, questo tempio è un interessantissimo esempio
dell’architettura greco-italica di età repubblicana.
de»), Concordia, Salus («salute»), Virtus («coraggio,
virtù»), Fortuna (corrispondente alla greca Ty`che).
Romani e Greci Come si sarà notato, quando si par-
la di divinità romane, è usuale indicare le corrispon-
denti divinità greche. Il motivo sta nel fatto che Greci e
Romani erano entrambi popoli di ceppo indoeuropeo e
che quindi le loro religioni risentono di una comune ori-
gine. Inoltre i Romani, quando – già in età arcaica – en-
trarono in contatto (anche per il tramite degli Etruschi)
con il mondo greco e ne cominciarono ad assimilare la
cultura, importarono divinità elleniche e stabilirono
corrispondenze abbastanza precise fra i loro dèi e quel-
li greci. Cerere, la dea dei cereali, ricorda assai da vici-
no la Demetra greca; Ercole è l’Eracle greco; Diana, la
dea dei boschi, fu assimilata all’Artemide greca; Mer-
curio, il dio dei mercanti, a Ermes; Nettuno, dio delle
acque, a Posidone. L’ellenizzazione del pantheon roma-
no s’intensificò tuttavia dopo la vittoria su Pirro e la
conquista della Magna Grecia: nel III sec. a.C. si diffu-
se a Roma anche l’orfismo, la più famosa delle cosid-
dette «sètte» greche.
Bisogna tuttavia aggiungere che questo fenomeno di ellenizzazione non fece scomparire
GUIDAALLOSTUDIO i caratteri originali della religione romana: nella funzione dei sacerdozi, nei rapporti tra
1. I Romani veneravano dèi
antropomorfi? religione e politica e nella stessa percezione complessiva delle interrelazioni tra mondo
2. I Romani veneravano divinità naturale e mondo soprannaturale, la vita religiosa romana appare infatti molto diversa da
astratte?
quella greca.
4. I Romani, i Greci e la cittadinanza
I motivi del successo romano L’inarrestabile crescita della potenza romana suscitò tra
i Greci una domanda essenziale: a che cosa si doveva il successo dei Romani? Le risposte
erano diverse: i più superficiali dicevano che era tutto merito della Fortuna, e che essen-
do questa una dea volubile, i Romani avrebbero conosciuto presto il sapore della scon-
fitta. Altri ragionavano più in profondità: lo storico Polibio, che soggiornò a lungo a Ro-
ma, dava per esempio grande rilievo al carattere «misto» della costituzione romana, che
fondeva in un mirabile equilibrio monarchia, aristocrazia e democrazia.
«Avarizia greca» e «generosità romana» Alcuni osservatori e storici antichi insisteva-
no sulla contrapposizione tra «avarizia greca» e «generosità romana» in fatto di cittadi-
nanza. La repubblica romana era molto più aperta delle poleis greche, e in questa diver-
sità risiedeva il segreto del successo dell’una, del fallimento dell’altra. Il discorso è pie-
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