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Unità 14
L’identità romana
1. L’idea d’Italia
Abbiamo più volte riflettuto sul fatto che la rete di alleanze creata da Roma in quasi tutta la
penisola fu decisiva tanto nella resistenza all’attacco portato da Annibale quanto nella suc-
cessiva costruzione del dominio di Roma nel Mediterraneo. È dunque impossibile immagi-
nare la grandezza di Roma senza l’apporto dei popoli italici. Ma non dobbiamo per questo
pensare che esistesse, nel II sec. a.C., un’idea d’Italia paragonabile a quella odierna.
Il nome Italia vuol dire, letteralmente, «terra dei vitelli», da vitulus; i suoi abitanti ve-
nivano chiamati Itali. Il nome Italia, riferito in origine a una piccola parte dell’odierna Ca-
labria (che gli antichi chiamavano Bruzio), passò via via a indicare – attraverso modalità
che ci sono ignote – territori sempre più vasti. Nel III sec. a.C., era considerata Italia tut-
ta la parte della penisola a ovest degli Appennini, vale a dire l’insieme dei territori del ver-
sante tirrenico, dalla Liguria allo Stretto di Messina. Già dopo la Seconda guerra punica
era tuttavia diffusa un’idea geografica di Italia come regione limitata a nord dalla catena
alpina: un’idea che resterà immutata, fino ai giorni nostri.
La regione chiamata Italia aveva, dal punto di vista politico, caratteristiche speciali. La nazione
più importante era il fatto che nella penisola non c’erano province: i suoi abitanti – a dif- La nazione è un insieme di genti
ferenza, per esempio, di quelli della Sicilia – non erano sudditi di Roma, ma cittadini ro- legate da comunanza di tradizioni
storiche, di lingua, di costumi, e
mani (se vivevano nei municipi o nelle colonie romane), oppure alleati (se vivevano in al- aventi coscienza di tali vincoli.
tre comunità). Essi, a differenza dei provinciali, fornivano contingenti militari e contri-
buivano quindi alle conquiste e al controllo dell’impero. Inoltre non pagavano il tributo
tipico dei sudditi [®13.8]: in Italia si pagavano soltanto tasse indirette: per esempio do-
gane, pedaggi, diritti di pascolo o di occupazione del suolo pubblico.
Uguali e diversi L’Italia, tuttavia, non era una «nazione» come al giorno d’oggi. Non esi-
steva un unico «popolo italico», ma vari «popoli italici», che riconoscevano di avere molte
caratteristiche comuni (politiche, come l’appartenenza alla confederazione romano-itali-
ca, oppure culturali) ma anche molti tratti particolari ed esclusivi. I Romani, inoltre, non si GUIDAALLOSTUDIO
considerarono mai Italici. Dichiaravano di avere con gli Italici rapporti privilegiati, perché 1. Sottolinea sul testo con colori
li avevano sottomessi e integrati da molto tempo; riconoscevano inoltre di avere con loro al- diversi le definizioni geografiche
cune divinità e alcune usanze comuni e sapevano, per esempio, di parlare la stessa lingua dei dell’Italia del tempo.
2. I cittadini delle colonie romane
Latini. Ma non si considerarono mai consanguinei degli Italici. Anzi, da un certo punto del- pagavano tributi?
la loro storia in poi, essi si convinsero di essere discendenti dei Troiani. 3. I Romani si consideravano Italici?
√ Il «Capitolium»
nel Foro di Ostia
Dedicato alla triade venerata sul
Campidoglio romano, Giove, Giunone
e Minerva, il Capitolium era
senz’altro l’edificio sacro più
rappresentativo dei culti civici di ogni
municipio e colonia dell’Italia antica.
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