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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                 ECONOMIA                    L’impronta di Roma nelle campagne
                 E AMBIENTE


                      ondare una colonia non significava  dei campi, e per questo erano detti anche  il «cardo massimo» (in senso nord-sud). Si
                 Fsoltanto impiantare una città. Pro-  agrimensori.                         ricavavano quindi, a distanze uguali, delle
                 gettare e costruire le mura, le piazze, gli edi-  Come prima cosa i gromatici delimitavano  linee parallele che componevano un retico-
                 fici pubblici, i templi, le strade, le case, gli  un quadrato, detto centuria perché dal ter-  lo dalle maglie rettangolari o quadrate. Ret-
                 acquedotti, le fontane, era un’operazione  reno da esso circoscritto (circa 50 ettari)  tangoli o quadrati corrispondevano ai sin-
                 fondamentale, ma non bastava.        potevano ricavarsi cento lotti per altrettan-  goli lotti di terra, chiamati  sortes perché
                 Le città antiche, infatti, erano un’unità in-  te famiglie. All’interno della centuria veni-  erano assegnati ai coloni mediante sorteg-
                 scindibile di città e di campagna. La stessa  vano quindi tracciati due assi principali, il  gio. Lungo i cardi e i decumani correvano i
                 cura andava quindi riservata alla pianifica-  «decumano massimo» (in senso ovest-est) e  sentieri, i canali d’irrigazione e di scolo, i fi-
                 zione del territorio. In questo campo i Ro-                                lari di alberi, i muretti a secco.
                 mani procedevano seguendo un piano rigo-                                   Il nome latino di questa operazione era limi-
                 roso. Per evitare che la città nascesse come                               tatio, «(de)limitazione» del suolo, ma nel-
                 una cellula malata, con gravi squilibri socia-  † La «groma»               l’uso moderno prevale il termine centuria-
                 li, i suoli coltivabili erano suddivisi in modo  Il disegno ricostruisce l’uso della «groma»,   zione, dalla centuria.
                 regolare, affinché i coloni ricevessero par-  lo strumento usato dai Romani per tracciare   Dopo aver tracciato il reticolo, gli agrimen-
                                                      gli allineamenti perpendicolari della «centuriatio»
                 celle di uguali dimensioni.          e dei piani delle città. Era formata da quattro  sori procedevano, all’incrocio dei cardi e dei
                 L’operazione era progettata e diretta da spe-  listelli di legno, lunghi circa 45 cm, che  decumani e in altri punti significativi, alla
                 cialisti chiamati gromatici dalla groma, lo  reggevano altrettanti fili a piombo; l’asta centrale  posa di cippi di pietra che erano detti termi-
                                                      che li sosteneva era piantata nel terreno in modo
                 strumento principale del loro mestiere. I  che il centro fosse sulla verticale del cerchietto  ni, «confini». I confini erano sacri, e Termi-
                 gromatici erano esperti nella misurazione  inciso nella pietra.            nus era anche un dio; per questo, la posa dei
                                                                                            cippi era accompagnata da sacrifici.
                                                                                            Oltre il territorio reticolato, costituito da un
                                                                                            insieme di campi delimitati, si estendevano
                                                                                            gli spazi aperti, destinati all’allevamento, al-
                                                                                            la raccolta del legname e ad altri usi anch’es-
                                                                                            si indispensabili alla vita dei poderi. Questi
                                                                                            territori non erano divisi in lotti privati, ma
                                                                                            sfruttati collettivamente.
                                                                                            Completata la loro opera, i gromatici redige-
                                                                                            vano la cartografia dell’insediamento, chia-
                                                                                            mata forma. Una copia, solitamente incisa
                                                                                            su bronzo, era affissa in città; un’altra copia
                                                                                            era invece custodita nell’archivio pubblico
                                                                                            della capitale.
                                                                                            In origine, i lotti erano di due iugeri, corri-
                                                                                            spondenti a circa 2500 m . Con il termine iu-
                                                                                                               2
                                                                                            gero (da iugum, il giogo dei buoi) s’intende-
                                                                                            va la superficie di terreno che un paio di
                                                                                            buoi poteva arare in una giornata. Ma un po-
                                                                                            dere di due iugeri era davvero ben poca co-
                                                                                            sa, e così l’estensione dei lotti aumentò pro-
                                                                                            gressivamente.
                                                                                            Le tracce della centuriazione romana rap-
                                                                                            presentano un archivio immenso per la sto-
                                                                                            ria del paesaggio e dell’agricoltura. Le tec-
                                                                                            niche moderne – come la fotografia aerea,
                                                                                            il laser, le onde elettromagnetiche – hanno
                                                                                            accresciuto notevolmente le nostre cono-
                                                                                            scenze in questo campo, e i suoli dove sono
                                                                                            state identificate tracce della centuriazione
                                                                                                             2
                                                                                            superano i 10.000 km .


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