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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                 SCIENZA                     Le strade romane
                 E TECNICA


                        icevano gli antichi che l’Appia era  strato era la pavimentazione, costituita di  detta «Cripta napoletana» che attraversava
                 Dla «regina delle vie», e non avevano  ciottoli battuti o di lastre di pietra. Ma non  la collina del Vomero mettendo in comuni-
                 torto. Fu infatti la prima strada romana con  tutte le strade erano interamente pavimen-  cazione Napoli e Pozzuoli. In effetti era
                 un tracciato sistematico e regolare. Ma era la  tate, e in molti casi i tratti lastricati si alterna-  un’opera imponente, lunga 705 m, larga 4,
                 regina delle vie anche per la sua perfezione  vano a quelli in terra battuta. Il tutto aveva  alta 5, e dotata di numerosi pozzi d’illumi-
                 tecnica, per la bellezza delle regioni che at-  uno spessore compreso tra un metro e un  nazione.
                 traversava, per l’armonia con cui s’inseriva  metro e mezzo. I lati della carreggiata erano  Ma nei terreni accidentati, che erano la mag-
                 nei paesaggi. Quando nel 312 a.C. il console  bordati da cunette che raccoglievano l’ac-  gior parte, le strade richiedevano una mi-
                 Appio Claudio costruì il suo primo tratto di  qua piovana.                 riade di opere d’ingegneria: terrapieni, muri
                 circa 200 km, da Roma a Capua (successiva-  I profondi solchi visibili ancora oggi sui la-  di sostegno, contrafforti, viadotti e natural-
                 mente sarebbe stata prolungata fino a Brin-  stricati delle strade romane furono provoca-  mente le più spettacolari di tutte, i ponti,
                 disi), il suo obiettivo era militare: consentire  ti dal ripetuto passaggio di carri. La distanza  nella cui realizzazione l’ingegneria romana
                 agli eserciti di giungere rapidamente in  tra i solchi è quasi sempre la stessa, e ci con-  raggiunse livelli destinati a rimanere insupe-
                 Campania, a due passi da popoli bellicosi  sente di determinare la dimensione dei carri:  rati fino all’Ottocento.
                 come i Sanniti.                      1,30 m circa tra una ruota e l’altra. La lar-  Lungo le strade, soprattutto nelle zone pri-
                 Questa funzione strategica rimase una ca-  ghezza normale delle strade più trafficate  ve di città e di villaggi, esistevano alberghi
                 ratteristica tipica delle strade romane, che,  era di 3 m, per consentire il passaggio di due  per i viaggiatori, le tabernae, dove era pos-
                 in Italia come nelle province, furono quasi  carri simultaneamente.        sibile trovare del cibo, un letto, una stalla
                 sempre aperte dalle legioni. Ma una volta co-  Gli ingegneri romani erano abilissimi nell’e-  per i cavalli. Grandi cippi di pietra di for-
                 struite, le strade acquisivano subito un’im-  scogitare percorsi semplici, che si allonta-  ma cilindrica, i miliaria (dal termine «mi-
                 portante funzione civile ed economica.  nassero il meno possibile dalla linea retta.  glio») fornivano ai viaggiatori indicazioni
                 Nel V sec. d.C. la rete stradale romana arri-  Questo era possibile soprattutto in pianura.  sulle distanze.
                 verà a contare circa 400 grandi arterie, per  Ma non si facevano scoraggiare dagli ostaco-  Anche allora un viaggiatore accorto non
                 una lunghezza complessiva di circa 100.000  li, nemmeno dai più ardui. Il modo più sem-  poteva fare a meno di una guida – i Roma-
                 km.                                  plice di tracciare un percorso lungo le pen-  ni dicevano itinerarium – dove si trovavano
                 Le strade romane hanno una struttura ricor-  dici di una montagna o lungo una costa im-  indicazioni sui percorsi, le distanze, i centri
                 rente, che ritorna quasi ovunque con picco-  pervia, era il taglio della roccia. Se non c’era  abitati, le locande, le stazioni. Non manca-
                 le variazioni. Su un suolo pianeggiante o  altra soluzione, si procedeva all’apertura di  vano nemmeno le carte topografiche, che
                 spianato artificialmente veniva disposto  gallerie, che erano opere particolarmente  fornivano una rappresentazione grafica es-
                 uno strato di ciottoli, che serviva a rendere  costose. Una delle più famose era la cosid-  senziale.
                 compatto il terreno e a impedire il ristagno
                 delle acque. Al di sopra veniva disposto uno
                 strato di sabbia e di ghiaia. Il terzo e ultimo




















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                                                                                                   [disegno ricostruttivo di D. Spedaliere]
                                                                          La costruzione di una strada richiedeva diverse operazioni particolarmente
                                                                           lunghe e complesse. Molta attenzione veniva riservata alle fondazioni, che
                                                                       dovevano resistere a carichi notevoli e permettere alla strada stessa di durare il
                                                                               più a lungo possibile con il minimo di interventi per la manutenzione.


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