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Unità 12
L’espansione romana in Italia
all’entità di questa coali- √ Le guerre sannitiche
zione, che per le forze in Sentino Al termine delle guerre sannitiche la
campo poteva minaccia- 295 a.C. Galli Senoni penisola italica era quasi interamente
re la sua stessa esistenza, sottomessa ai Romani.
Roma mobilitò tutte le Etruschi MAR ADRIATICO
sue energie, e riuscì an- Roma
cora una volta a prevale- Boiano Alleati di Roma
305 a.C.
Sanniti
re. Lo scontro decisivo si Capua Forche Confini di Roma dopo
Caudine
verificò nel 295 a.C. Cuma 321 a.C. le guerre sannitiche (295 a.C.)
Battaglie
presso Sentino, in Um- Napoli
bria. Questa grande vit- MAR TIRRENO Paestum Lucani
toria romana segnò la
svolta: una dopo l’altra Bruzi
si arresero, spontanea- MAR GUIDAALLOSTUDIO
mente o perché vinte, IONIO 1. Sicilia e Sardegna erano controllate
da Roma nel IV sec. a.C.?
quasi tutte le popolazio- Greci Reggio 2. I Romani furono sempre nemici
dei Sanniti?
ni italiche. Il dominio Cartaginesi 3. Quali città collegava il tratto
romano raggiunse la co- più antico della via Appia?
sta dell’Adriatico. 4. Che cos’era la tattica manipolare?
10. La guerra contro Pirro
Roma e Taranto All’inizio del III sec. a.C. molte colonie greche dell’Italia incontrava-
no crescenti difficoltà nel fronteggiare la pressione delle popolazioni italiche (Sanniti, Lu-
cani, Bruzi) sui loro territori. Antiche poleis greche come Turi, Locri, Reggio e Crotone,
temendo per la propria sopravvivenza, chiesero e ottennero la
protezione di Roma, che mandò truppe nella regione. L’iniziati-
va allarmò la potente città di Taranto, l’unica città greca della √ Elefante da guerra,
II sec. a.C.
zona che potesse vantare un’economia ancora molto florida [Museo del Louvre, Parigi]
(basata principalmente sull’allevamento e sul commercio Gli elefanti costituivano negli eserciti
della lana), un esercito rispettabile e una flotta potente. I ellenistici dei formidabili «carri
armati» con i quali era facile
Tarantini avevano il fondato timore di diventare in sfondare gli schieramenti
breve tempo una delle tante comunità sottomesse nemici. Sul dorso dei
pachidermi venivano
al dominio romano. issate delle piccole
torrette dalle quali
L’intervento di Pirro Nel 282 a.C. una picco- era possibile
la squadra navale romana fu assalita al largo di bersagliare gli
avversari.
Otranto da navi tarantine, subendo ingenti per-
dite. L’episodio, gravissimo, fu l’inizio di una
guerra. Taranto chiese allora l’aiuto di Pir-
ro, re dell’Epiro. Tipico sovrano ellenisti-
co, Pirro aveva grandi progetti: si faceva
chiamare «nuovo Alessandro» e sperava di
emulare, in Occidente, le imprese che Ales-
sandro Magno aveva compiuto in Oriente.
Egli intendeva sottomettere le città greche del-
l’Italia meridionale e della Sicilia, per muovere
poi contro Cartagine. Considerava evidentemente
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