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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma


                                                                           portò a occupare gran parte delle attuali Francia, Spa-
                         ® Fibbia «a maschera»
                                                                           gna e Boemia; quindi si spostarono più a nord, in Gran
                     Alcune scoperte archeologiche
                    evidenziano il diffondersi in tutta                    Bretagna, e a sud, nell’Italia settentrionale. Le scoperte
                       Europa, nel V sec. a.C., della                      archeologiche infatti attestano per il V sec. a.C. la dif-
                     cosiddetta «cultura di La Tène».
                    I ritrovamenti effettuati in questa                    fusione in tutta l’Europa centrale della cosiddetta «cul-
                      località svizzera mostrano più
                   chiaramente i tratti delle tradizioni                   tura di La Tène», località svizzera dove è stata scoperta
                 figurative e di vita materiale dei Celti                  un’altra importante necropoli.
                  dei secoli successivi. In particolare                    Quello celtico fu un movimento migratorio imponente,
                     la cultura lateniana sviluppa un
                 raffinato artigianato del bronzo e dei                    causato da diversi fattori, fra cui l’incremento demo-
                   metalli preziosi, nel quale trionfano                   grafico, il desiderio di conquista, e le pressioni che i Cel-
                    motivi animalistici, antropomorfi,
                   vegetali, squisitamente stilizzati ed                   ti stessi subivano da parte di altri popoli. Intorno al 400
                       elaborati come questa fibula
                         proveniente dalla Boemia.                         varie tribù celtiche valicarono le Alpi e si stanziarono
                                                                           nella Pianura Padana: i Galli Cenomàni e gli Insubri
                                                                           s’insediarono in Lombardia; i Boi in Emilia; i Taurini in
                                                                           Piemonte; i Sènoni si spinsero fino alle Marche. Tra le
                                                                           culture preesistenti nell’Italia settentrionale, quella
                                                                           etrusca fu quasi completamente sommersa; una parte
                                                                           dei Liguri si fuse con i nuovi arrivati, mentre i Veneti re-
                                                                           sistettero. Nel complesso, l’ondata celtica fu così forte
                                                                           che i Romani finirono per chiamare la Pianura Padana
                                             con il nome di Gallia Cisalpina (cioè la Gallia situata «al di qua» delle Alpi).
                                              L’incendio di Roma Nel 390 a.C. una tribù di Sènoni, guidati dal loro re Brenno, varcò
                                             l’Appennino e devastò l’Etruria; un esercito della Lega latina, inviato ad affrontarli, fu an-
                                             nientato nei pressi del fiume Allia (un piccolo affluente del Tevere). I Galli piombarono
                                             quindi su Roma, la saccheggiarono e la incendiarono; resistette soltanto la rocca del Cam-
                                                                     pidoglio. Interessati evidentemente più al bottino che all’oc-
                                                                       cupazione di sedi stabili, i Galli pattuirono con i Romani un
                                                                        riscatto in cambio del loro ritiro dalla città: ottenutolo, si al-
                                                                        lontanarono. La tradizione romana conservò sempre vivo il

















                        ® Copricapo per pony,
                                 III-I sec. a.C.
                    [da Torrs (Scozia), Royal Scottish
                            Museum, Edimburgo]
                      Questo oggetto, unico nel suo
                    genere, presenta una lavorazione
                  particolarmente ricca ed elaborata,
                       con intagli e applicazioni. La
                     presenza dei fori laterali per le
                     orecchie indica che il copricapo
                 veniva effettivamente fatto indossare
                     all’animale, ma è probabile che      ® Coppia di brocche da vino,
                  questo avvenisse solo in occasione             inizio del IV sec. a.C.
                             di rituali particolari.  [da Basse-Yutz (Francia), British Museum, Londra]

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