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Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
cooptazione la vita religiosa del popolo romano, vegliando sullo scrupoloso rispetto delle tradizioni.
La cooptazione è l’ammissione Assai importante per lo svolgimento della vita politica era anche il collegio degli àuguri,
di un individuo in un gruppo,
per decisione di coloro che ne fanno gli specialisti incaricati di interpretare, mediante appositi riti, la volontà divina.
già parte. Fino alla fine del II sec. a.C. la nomina dei sacerdoti avvenne per semplice cooptazione,
all’interno dei singoli collegi. Grazie a questo sistema, un numero ristretto di famiglie im-
portanti, che occupava per antica tradizione i sacerdozi, mantenne di generazione in ge-
nerazione i propri privilegi. Il pontefice massimo era invece eletto dal popolo, ma si trat-
tava di una scelta limitata a tre candidati selezionati dallo stesso collegio pontificale. In
GUIDAALLOSTUDIO quanto interpreti della volontà divina, i sacerdoti avevano una notevole influenza politi-
1. Quando e come i sacerdoti
traevano gli auspici? ca. Il loro parere poteva guidare l’orientamento popolare, ostacolare i progetti di un ma-
2. Chi eleggeva il pontefice gistrato o agevolarli. Gli àuguri avevano il potere di bloccare lo svolgimento dei comizi o
massimo? di annullarli in base a considerazioni di carattere religioso.
7. Le prime prove militari della repubblica
Guerre difensive Durante il primo anno della repubblica (508 a.C.) Roma stipulò con
Cartagine un trattato che stabiliva le rispettive sfere d’influenza, commerciali e politiche.
Agli inizi del V sec. a.C. lo Stato romano era dunque attivo, in posizione non secondaria,
in una rete di rapporti internazionali che coinvolgevano gli interessi della navigazione nel
Mediterraneo occidentale.
Ma nel corso del V sec. questo slancio subì una certa attenuazione, poiché Roma dovette af-
frontare, proprio nel momento in cui era lacerata dallo scontro tra patrizi e plebei [®12.2]
una serie di gravosi impegni militari – una vera e propria lotta per la sopravvivenza – contro
le genti vicine dell’Italia centrale. Gli Etruschi di Chiusi, guidati dal loro re Porsenna, riu-
scirono a impadronirsi della città. Ma fu un’occupazione di brevissima durata.
Molto più grave fu lo scontro con i Latini: coalizzate in una Lega che aveva finalità non
solo religiose, ma anche militari, numerose città del Lazio (Tuscolo, Aricia, Lanuvio, La-
vinio, Cora, Tivoli, Pomezia, Ardea) tentarono di opporsi alla crescente egemonia roma-
na. Lo scontro decisivo si verificò nei pressi del lago Regillo, non lontano da Tuscolo (for-
se nel 496 a.C.). La vittoria romana portò, nel 493, a un’alleanza, il cosiddetto foedus Cas-
sianum – dal nome del console romano che lo stipulò, Spurio Cassio –, che segnò l’en-
trata di Roma nella Lega latina.
La tradizione parla anche di scontri con altre popolazioni italiche: gli Equi, i Sabini e so-
prattutto i Volsci, una bellicosa gente insediata a sud di Roma, nell’alta valle del Liri, che
cercava di occupare le pianure del Lazio. Le incursioni dei Volsci furono molto pericolose
e giunsero a minacciare la stessa Roma. Lo scontro decisivo, che segnò la grave sconfitta di
un esercito congiunto di Equi e Volsci, si svolse nel 431 a.C. al Monte Algido (nei pressi di
Tuscolo).
Nei decenni successivi, Roma assunse un ruolo militare di primo piano nell’Italia centra-
le. Esso emerge soprattutto nello scontro con una vicina e potente città etrusca: Veio.
La conquista di Veio Situata su un’altura rocciosa a circa 15 km da Roma, Veio con-
trollava tutta la riva destra del Tevere, fino al mare. Il contrasto con Roma nasceva pro-
babilmente dal possesso dei giacimenti di sale che si trovavano presso la foce del Tevere
√ Un legionario romano, IV sec. a.C.
Questo bassorilievo in osso riproduce l’armamento oplitico tradizionale utilizzato dai Romani prima dell’introduzione
dell’ordinamento militare manipolare: l’elmo, la corazza anatomica, gli schinieri, lo scudo ovale e la lancia.
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