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Unità 12
L’espansione romana in Italia
investimenti anche nell’artigianato, nel commercio e in altre atti- √ Statua Barberini, I sec. a.C.
vità lucrative. La parificazione politica tra patrizi e plebei sosti- [Palazzo dei Conservatori, Roma]
tuì dunque la vecchia oligarchia patrizia con una nuova oligar- La statua raffigura un nobile con i ritratti degli
chia patrizio-plebea. Ai patrizi si affiancarono i nobili: lette- antenati. Tra le più importanti prerogative dei
nobili era il cosiddetto ius imaginum, «diritto
ralmente il termine indica «coloro che sono noti». A dif- alle immagini». L’imago era la maschera
ferenza del patrizio, il nobile non era tale per un anti- funebre, l’impronta di cera che veniva
presa, subito dopo la morte, sul viso di
chissimo diritto di stirpe, ma perché la sua famiglia, an- un uomo che aveva ricoperto una
che in tempi recentissimi, era diventata nobile grazie al magistratura superiore. La famiglia
conservava le maschere legate
consolato di uno dei suoi membri. l’una all’altra con strisce di cuoio,
ricomponendo in questo modo la
Integrazione dell’organizzazione plebea Uno dei complicata rete di antenati: agli
fenomeni più importanti della storia politica romana di antenati del padre si aggiungevano
questi secoli fu la progressiva integrazione negli ordi- quelli che portavano con sé i figli
adottivi e le mogli. Le immagini di
cera venivano esibite in occasione
namenti della repubblica dell’organizzazione che la dei funerali di un ex magistrato,
plebe si era data autonomamente [®12.2]. Con gra- quando, indossate da attori
professionisti sfilavano sui carri che,
dualità il concilio della plebe fu riconosciuto come par- nel corteo funebre, precedevano il
te delle istituzioni repubblicane, e i suoi rappresentanti feretro del defunto. Il corteo
(tribuni ed edili) divennero magistrati a tutti gli effetti. parola un giovane membro della
giungeva al Foro; qui prendeva la
Il punto culminante si raggiunse nel 286 a.C. (lex Hor- famiglia ricordando le gesta e i meriti
dell’illustre defunto e quelle degli
tensia), quando si riconobbe valore di legge alle deli- antenati. Così, le virtù dell’individuo si
berazioni della plebe (i cosiddetti «plebisciti»). In base specchiavano in quelle degli antenati,
a tale decisione, quanto la plebe stabiliva nelle sue as- e quelle degli antenati si riflettevano
semblee (dalle quali i patrizi erano esclusi) aveva valore sull’individuo.
di legge per tutto il popolo (patrizi compresi).
Tutto questo non deve far credere che la repubblica ro-
mana si fosse trasformata in una vera e propria demo-
crazia. In una società dominata dalla nuova oligarchia GUIDAALLOSTUDIO
patrizio-plebea, anche una carica come il tribunato 1. Chi erano i nobili romani?
della plebe, che in origine aveva avuto un carattere «eversivo», fu ricoperta in prevalen- 2. Il tribuno della plebe era un
za da individui di estrazione nobile. Roma restò una repubblica oligarchica. plebeo?
4. I magistrati e il senato
Nuove magistrature Già nel V sec. a.C. il ceto dirigente della repubblica cominciò a
rendersi conto che i magistrati ordinari, i consoli, non erano sufficienti ad assicurare il go-
verno di una città sempre più potente e complessa. Seguendo l’ordine gerarchico decre-
scente, al di sotto del consolato vennero così istituite queste nuove magistrature: nel 445
a.C. i due censori che provvedevano ai censimenti dei cittadini, al controllo degli aventi
diritto a sedere in senato, a un generale «controllo dei costumi»; nel 367 il pretore urba-
no che affiancò i consoli nell’amministrazione della giustizia; a esso si aggiunse più tardi
il pretore peregrino che si occupava delle liti giudiziarie tra cittadini romani e stranieri
(peregrini); nel 366 i due edili curuli patrizi (detti così dalla sella curulis, la sedia attribu-
to della loro carica) che, congiuntamente agli edili plebei [®12.2], curavano l’approvvi-
gionamento alimentare di Roma, la manutenzione di strade e di edifici pubblici, l’allesti-
mento di spettacoli e feste pubbliche; i questori che provvedevano all’amministrazione
del denaro pubblico, quattro all’inizio della repubblica, essi aumentarono nel tempo fi-
no a 40 unità.
A Roma, il sistema delle magistrature (dall’avverbio magis, «che può di più») era molto
complesso e non privo di sfasature e di contraddizioni. Le singole magistrature furono in-
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