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Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
† Il «Bruto capitolino», 1. La nascita della repubblica
fine IV - inizi III sec. a.C.
[Musei Capitolini, Roma]
La leggenda L’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, è raffigurato dalla tradizione
Tra i più antichi documenti della antica con tutti gli attributi del tiranno: prepotente, arrogante, violento. È assai probabi-
ritrattistica romana il cosiddetto
«Bruto capitolino» non è stato le che questi tratti siano stati inventati per spiegare la ribellione che portò all’abbatti-
identificato con certezza con nessun mento della monarchia e alla nascita del regime repubblicano. La tradizione fissava que-
personaggio. Ciononostante il
messaggio che vuole trasmettere è sto avvenimento al 509 a.C.
chiaro: l’immagine parzialmente
idealizzata di una persona capace di Dietro la versione leggendaria della fine della monarchia stava un aspro scontro sociale, che
comunicare princìpi di rigore morale vide schierati da una parte il re e settori consistenti dell’aristocrazia, dall’altra i ceti che mi-
e severità. Il busto rientra nella
produzione di quegli scultori attivi al litavano nell’esercito oplitico e che reclamavano un maggiore peso politico, appoggiati da
servizio degli interessi dell’élite alcuni aristocratici e dalla plebe più povera. Dopo la caduta di Tarquinio il Superbo nessun
senatoria che poneva, in questi anni,
le basi della propria egemonia re avrebbe più governato a Roma: dell’antica figura regale restarono solo alcune funzioni
politica e culturale. religiose, attribuite a un sacerdote chiamato rex sacrorum («re delle cose sacre»).
Dal re ai consoli Abbattuto il re, s’instaurò a Roma una repubbli-
ca. Letteralmente res publica vuol dire «cosa pubblica», «cosa del po-
polo», e quindi l’insieme dei beni comuni e degli interessi comuni di
tutti i cittadini. Essa indica pertanto il passaggio dallo Stato inteso co-
me dominio del re allo Stato inteso come dominio pubblico dei citta-
dini; un fenomeno paragonabile per vari aspetti a quello che si era ve-
rificato in Grecia con la nascita della polis [®6.1].
In un primo momento il vertice del governo fu occupato dal capo del-
la fanteria oplitica, il magister populi (il termine «popolo» indicava ori-
ginariamente l’esercito), al quale era subordinato il magister equitum,
il capo della cavalleria. Successivamente si passò a una forma di go-
verno nella quale il potere supremo era detenuto da due magistrati do-
tati di pari poteri, i consoli. In casi eccezionali, di gravissimo perico-
lo per la repubblica, poteva essere nominato un dittatore, magistrato
dotato di pieni poteri, che restava in carica soltanto per sei mesi.
Come ad Atene l’arconte eponimo dava il nome all’anno, così a Ro-
ma erano i due consoli a dare il nome all’anno. Quello che per noi è
il 509 a.C. per i Romani era l’anno dei consoli Bruto e Orazio, e così
via. I nomi dei consoli venivano annotati annualmente in elenchi chia-
mati Fasti, che fissavano una sequenza cronologica. Gli storici mo-
derni hanno osservato che fino al 486 a.C. compaiono nomi di consoli plebei accanto a
GUIDAALLOSTUDIO nomi di consoli patrizi. Dopo tale data scompaiono i plebei e restano solo i patrizi. Se ne
1. Che cosa significa repubblica? è dedotto giustamente che, passato poco più di un ventennio dalla caduta della monar-
2. Qual è l’origine della parola
popolo? chia, i patrizi riuscirono a riprendere il pieno controllo della città e a estromettere i ple-
3. Da quale categoria sociale bei dal consolato. La città si ritrovò così divisa in due ed ebbe inizio un periodo di con-
provenivano i consoli?
trasti e di lotte destinato a durare più di un secolo.
® Base di offerta votiva
Proveniente dal tempio di Mater Matuta
di Satricum, importante centro del Lazio
meridionale, questa iscrizione recita: «i
sodali di Publio Valerio dedicarono a
Memerte (il dio Marte)». Il documento
si riferisce quasi certamente a Publio
Valerio Publicola, uno dei primi
consoli della repubblica romana, e
dimostra l’esistenza di relazioni
privilegiate tra aristocratici romani e
«amici» dei centri vicini.
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