Page 304 - Profili di Storia
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                                                                                                Unità 12
                                                                                 L’espansione romana in Italia



                        † Denario di P. Licinio Nerva, 106 a.C.                                            √ Denario di L. Cassio Longino,
                                                                                                           137 a.C.
                                                                                                            [Medagliere, Museo Nazionale
                                                                                                              Romano, Roma]
                                                                                                               A Roma il voto fu a lungo
                                                                                                                pubblico, finché non fu
                                                                                                                 promulgata la lex tabellaria
                                                                                                                 che introdusse la scheda di
                                                                                                                  voto, evento celebrato dal
                                                                                                                  denarius di Cassio
                                                                                                                  Longino. Entrambe le
                                                                                                                  monete raffigurano scene
                                                                                                                  di votazione con il
                                                                                                                  cittadino intento a deporre
                                                                                                                  nell’urna la tabella con la
                                                                                                                 quale esprime il proprio
                                                                                                                 voto. Nella figura a sinistra è
                                                                                                                possibile leggere sulla tabella
                                                                                                               la lettera U (che i latini
                                                                                                              scrivevano V), che sta per Uti
                                                                                                             rogas («come proponi»), con la
                                                                                                           quale il cittadino esprime il suo voto
                                                                                                           di approvazione della legge.



                                                        che raccoglievano il popolo diviso in cinque classi, e i
                                                   comizi tributi, organizzati su base territoriale, istituiti nel
                        III sec. a.C. in connessione con l’espansione di Roma in Italia [®12.11].
                        L’insieme di tutti i cittadini romani (non importa se patrizi o plebei) costituiva il popolo.
                        L’ordinamento del popolo aveva carattere censitario: dominava infatti il principio che i
                        doveri e i vantaggi della vita collettiva dovessero essere ripartiti tra i cittadini a seconda
                        delle loro capacità economiche: i più ricchi dovevano impegnarsi di più per il benessere
                        della città e ricevevano in cambio maggiori responsabilità militari e politiche. Vediamo in
                        che modo.
                         Il sistema delle centurie L’ordinamento centuriato, che la tradizione attribuì ingenua-
                        mente al re Servio Tullio [®11.10], fu in realtà il risultato finale di un lungo processo svol-
                        tosi nei primi secoli della repubblica; esso divideva la cittadinanza in cinque classi. Nel-
                        la prima venivano iscritti i cittadini più ricchi, in grado di procurarsi il cavallo o l’arma-
                        mento pesante del legionario. Questa classe formava il numero più alto di centurie, 98  legione
                        (in origine la centuria era il raggruppamento di 100 uomini).                       Il termine significa propriamente
                                                                                                            «contingente scelto». In origine
                        Nella seconda, terza e quarta classe erano iscritti i cittadini di censo progressivamente più  indicava la leva dei cittadini di pieno
                        basso. Ciascuna di esse formava 20 centurie. L’armamento richiesto era anch’esso pro-  diritto, quindi l’intero esercito, e
                        gressivamente più leggero e quindi meno costoso. Nella quinta classe, che aveva 30 cen-  infine l’unità tattica dell’esercito.
                        turie, i soldati combattevano con fionde e proiettili di pietra.
                        Al di fuori delle classi erano raccolti, in 5 centurie, i proletarii, chiamati così perché pos-
                        sedevano soltanto la prole. Fornivano all’esercito piccoli contingenti ausiliari di falegna-
                        mi, fabbri, suonatori, ecc.
                        I cittadini censiti nella prima classe erano molto meno numerosi (si trattava infatti dei più
                        ricchi) di quelli censiti nelle altre classi, ma le loro centurie erano più numerose. Poiché
                        le centurie erano le unità di base del reclutamento, questo voleva dire che lo sforzo mili-
                        tare maggiore toccava ai più ricchi.
                        Ma le centurie erano anche unità di voto: ogni centuria valeva un voto. Poiché, come ab-
                        biamo visto, i cittadini più ricchi, quelli della prima classe, erano raggruppati in 98 cen-
                        turie, essi avevano una maggioranza precostituita (98 su 193), pur essendo numerica-
                        mente una minoranza del popolo.


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