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                                                                                    Il popolo al potere: Atene



                        Contro la democrazia: un regime da evitare
                        Nel mondo in cui viviamo la democrazia è un valore indiscusso. Sembra quasi che questa forma
                        di governo sia valutata come l’unico modo buono di vivere insieme. Nell’antichità, invece, i criti-
                        ci della democrazia erano numerosi: essa era ritenuta uno dei modi di governo della polis, non l’u-
                        nico né il migliore.
                        Un anonimo autore scrisse, intorno al 440 a.C., una violenta critica della democrazia ateniese. Il
                        popolo – egli afferma – è rozzo e ignorante, e quindi non è in grado di governare la polis; le as-
                        semblee democratiche, inoltre, sono irresponsabili perché troppo affollate e composte in larga
                        parte da gente che ignora le questioni su cui è chiamata a votare. Questa critica non teneva con-
                        to del fatto che le poleis greche erano comunità piccole, dove si viveva secondo il tipico modo me-
                        diterraneo, all’aperto, dove tutti si conoscevano e l’isolamento non era possibile né desiderato. Le
                        informazioni circolavano quindi con grande facilità e rapidità.
                        Più interessante (e condivisibile) è il giudizio secondo il quale il rafforzamento della democrazia
                        ateniese era connesso con la crescita della flotta da guerra: gli Ateniesi, che vi militavano per di-
                        fendere la patria e favorire la sua espansione, pretendevano di accedere a tutti i diritti politici.


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                         Pseudo-Senofonte, Costituzione degli Ateniesi, 1, 1-5  sia quelle sorteggiate che quelle elettive –, e  peggiori, allora si rafforza la democrazia.
                                                             che sia lecito, a chiunque lo voglia, di parla-  Quando invece il popolo consente che pro-
                         A me non piace che gli Ateniesi abbiano  re all’assemblea.               sperino i ricchi e la gente per bene, non fa
                         scelto un sistema politico, che consenta alla  Ancora. Il popolo non ama rivestire quelle  che rafforzare i propri nemici. Dovunque
                         canaglia di star meglio della gente per bene.  magistrature dalla cui buona gestione di-  sulla faccia della terra i migliori sono i ne-
                         Poiché però l’hanno scelto, voglio mostrare  pende la sicurezza di tutti e che invece, se  mici della democrazia: giacché nei migliori
                         che lo difendono bene il loro sistema, e che  rette male, comportano rischi: perciò esclu-  c’è il minimo di sfrenatezza e di ingiustizia,
                         a ragion veduta fanno tutto quello che gli al-  de dal sorteggio il comando dell’esercito e il  e il massimo di inclinazione al bene; nel po-
                         tri Greci disapprovano.             comando della cavalleria. Queste cariche  polo invece c’è il massimo di ignoranza, di
                         Dirò subito che è giusto che lì i poveri e il  preferisce lasciarle ai più capaci. Invece cer-  disordine, di cattiveria: la povertà li spinge
                         popolo contino più dei nobili e dei ricchi:  ca di rivestire tutte quelle che comportano  all’ignominia, e così la mancanza di educa-
                         giacché è il popolo che fa andare le navi e ha  uno stipendio ed un profitto immediato.  zione e la rozzezza, che in alcuni nasce dal-
                         reso forte la città. E lo stesso vale per i timo-  C’è chi si meraviglia che gli Ateniesi diano,  l’indigenza.
                         nieri, i capirematori, i comandanti in secon-  in tutti i campi, più spazio alla canaglia, ai
                         da, i manovratori, i carpentieri: è a tutta  poveri, alla gente del popolo, anziché alla
                         questa gente che la città deve la sua forza,  gente per bene: ma è proprio così che tute-  GUIDAALLALETTURA
                         molto più che agli opliti, ai nobili, alla gente  lano – come vedremo – la democrazia.  1. Su quali categorie di cittadini si basava la forza
                                                                                                  di Atene?
                         per bene. Stando così le cose, sembra giusto  Giacché appunto, se stanno bene e si ac-  2. Come è considerato il popolo dall’anonimo
                         che le magistrature siano accessibili a tutti –  crescono i poveri, la gente del popolo, i  autore del documento?



                        L’ostracismo
                        Il termine ostracismo deriva da òstrakon, il «coccio» di un vaso di ceramica. Su di esso ciascuno
                        dei cittadini riuniti in assemblea scriveva il nome di colui che voleva «ostracizzare», cioè espelle-
                        re temporaneamente dalla polis. Il provvedimento non aveva un carattere infamante: l’espulso, in-
                        fatti, non perdeva la cittadinanza, né veniva privato dei propri beni. Tuttavia, l’ostracismo dege-
                        nerò ben presto e fu utilizzato come un’arma spregiudicata nella lotta politica tra fazioni avverse.


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                         Plutarco, Vita di Aristide, 7       tutt’intorno da steccati. Gli arconti conta-  al bando della città per dieci anni, pur con-
                                                             vano prima il totale dei cocci consegnati,  tinuando a godere dei suoi redditi.
                         Grosso modo l’operazione dell’ostracismo  perché l’ostracismo non era valido se aveva-
                         avveniva così. Ogni votante prendeva un  no votato meno di seimila cittadini; poi li se-
                         òstrakon, cioè un coccio, vi scriveva il nome  paravano, ciascuno secondo il nome che  GUIDAALLALETTURA
                                                                                                  1. In base alla descrizione dell’ostracismo fatta da
                         del cittadino che voleva esiliare, e lo portava  portava, e colui, il cui nome era scritto sul  Plutarco, era possibile esiliare un cittadino che non
                         in un punto della piazza del mercato cinto  maggior numero di cocci, veniva dichiarato  si fosse macchiato di alcun crimine?


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