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Dossier
La polis degli «uguali»: Sparta
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Plutarco, Vita di Licurgo, 28 pugnale, il necessario per mangiare e nulla vano anche nei campi e ammazzavano i con-
più. I giovani durante il giorno si diperdeva- tadini più robusti e valenti.
Le autorità di quando in quando mandava- no in luoghi nascosti, ove riposavano indi-
no fuori in luoghi diversi della campagna i sturbati; come calava la notte, scendevano
giovani che sembravano più accorti, per- sulle strade e facevano la pelle a quanti iloti GUIDAALLALETTURA
1. In che cosa consisteva il rito chiamato
mettendo loro di portare con sé soltanto un capitavano loro tra le mani. Sovente entra- kryptèia?
L’immagine di Sparta
La maggior parte delle città greche aveva uno spazio ben preciso, delimitato da mura, grandi mo-
numenti civili e religiosi, un ordinato e spesso molto armonioso reticolo di vie e di piazze. La qua-
lità di questi edifici poteva raggiungere livelli altamente artistici: il caso di Atene è esemplare. Spar-
ta invece, pur così potente, era molto diversa. Non era cinta di mura di pietra, perché il vanto de-
gli Spartani era che le sue mura fossero fatte di uomini: i suoi invincibili opliti. Quanto all’aspet-
to complessivo, Sparta era una polis costituita da un insieme di villaggi, che dovevano conferirle
un’aria un po’ campestre. In questo passo Tucidide anticipa quella che è oggi la reazione dei tu-
risti quando scoprono con sorpresa le modeste tracce archeologiche della città che un tempo ave-
va dominato il Peloponneso.
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Tucidide, La guerra del Peloponneso, I, 10 ne e su molti alleati fuori di essa: ma, ap- forza militare doppia rispetto a quella di
punto, Sparta sembrerebbe inferiore alla cui Atene effettivamente dispone.
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Dell’odierna Sparta , se fosse ridotta ad sua effettiva grandezza dal momento che
una città morta e ne sopravvivessero sol- non consiste in una concentrazione urbana
tanto i templi e le fondamenta degli edifici, ricca di templi e di sontuosi edifici ma è un 1. Cioè del tempo di Tucidide, nella seconda metà del
difficilmente, a distanza di tempo, i poste- insediamento per villaggi secondo lo sche- V sec. a.C.
ri le attribuirebbero la potenza militare di ma arcaico del mondo greco. Inversamen-
cui la tradizione serberebbe il ricordo. Ep- te, riferiamo la medesima ipotesi ad Atene: GUIDAALLALETTURA
pure gli Spartani occupano due quinti del in base all’aspetto esterno della città i po- 1. Come viene descritto l’aspetto urbano di
Peloponneso e dominano sull’intera regio- steri sarebbero indotti a congetturare una Sparta dallo storico Tucidide?
Poesie spartane
Queste caratteristiche della configurazione urbanistica di Sparta non devono tuttavia far pensare
che la Sparta arcaica fosse una città senza cultura. Al contrario, essa era una comunità cultural-
mente vivace e aperta agli influssi più vari. Vi operarono poeti come Tirteo [®Unità 6, DOC5 e
Unità 7, DOC5], o come Alcmane di Sardi, e vi era anche radicata una forte tradizione musicale.
Quanto all’archeologia, essa ha rivelato che i santuari spartani possedevano tesori artistici che non
avevano nulla da invidiare a quelli delle altre città. È vero, tuttavia, che nei secoli successivi Spar-
ta, pur potente e invincibile, si andò progressivamente chiudendo in se stessa e che questi slanci
culturali si affievolirono fin quasi a spegnersi.
Della poesia di Alcmane sono rimasti solo pochi frammenti, che tuttavia lasciano intuire una per-
sonalità d’eccezione. Come questi versi sulla notte.
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Alcmane, frammento 58D, 89P e i cetacei nei fondi del mare lucente.
Dormono le famiglie degli uccelli,
Dormono i vertici dei monti e i baratri, fermo palpito d’ali.
le balze e le forre,
e le creature della terra bruna, GUIDAALLALETTURA
e le fiere che ai monti s’acquattano, e gli sciami, 1. Il frammento poetico di Alcmane lascia supporre una città priva di interessi
culturali, o invece una città vivace dal punto di vista culturale?
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