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Dossier
La polis degli «uguali»: Sparta
bellezza e grandezza della legislazione da Là si presentò all’oracolo, sacrificò al dio e deve giovare allo Stato anche con la morte,
lui attuata e avviata, bramò di lasciarla, per domandò se le leggi che aveva stabilito era- e che la fine della sua vita può essere non
quanto possibile all’umana preveggenza, no buone e idonee a procurare la prospe- meno utile del resto, anzi fa parte delle sue
immortale e immutabile per l’eternità. rità e la virtù di una città. Il dio rispose che virtù ed azioni. Per lui, che aveva ben lavo-
Radunata un’assemblea plenaria, così disse le leggi da lui stabilite erano buone, e che rato sino al compimento della sua missio-
ai cittadini: «Quanto ho fatto finora è suf- la città, applicando la costituzione di Li- ne, la fine sarebbe stata davvero un coro-
ficiente e conveniente a procurare prospe- curgo, avrebbe continuato a godere altissi- namento della felicità; ai concittadini
rità e virtù alla città. Rimane però una cosa ma fama. Questo responso egli trascrisse e avrebbe lasciato la propria morte a salva-
della massima importanza, che non posso mandò a Sparta; quindi sacrificò nuova- guardia delle virtù e dei beni che aveva lo-
esporvi prima di aver consultato il dio. Voi mente al dio e si accomiatò affettuosamen- ro provveduto vivendo, poiché avevano
promettetemi di attenervi alle leggi che ho te dagli amici e dal figlio, perché aveva de- giurato di servirsi della sua costituzione
fin qui stabilite, senza cambiare né togliere ciso di non sciogliere più dal giuramento i finché egli non fosse tornato.
nulla, finché sia tornato da Delfi in carne concittadini e là porre fine volontariamen-
ed ossa; perché dopo tornato farò ciò che te alla propria vita.
al dio piacerà». Tutti accettarono e lo esor- Ormai era pervenuto a un’età in cui si può
tarono a mettersi in cammino; egli fece giu- parimenti continuare a vivere o morire, se- GUIDAALLALETTURA
rare i re, gli anziani e via via gli altri citta- condo che uno vuole, e gli sembrava che 1. In che cosa consiste l’opera di Licurgo, una
volta ritornato a Sparta?
dini di conservare e applicare le istituzioni tanto lui, quanto coloro che amava fossero 2. Che cosa risponde l’oracolo di Delfi alla
in atto, finché Licurgo fosse tornato, quin- adeguatamente felici. Si lasciò morire pri- richiesta di Licurgo?
di partì alla volta di Delfi. vandosi del cibo, persuaso che lo statista 3. Per quale motivo Licurgo si lascia morire?
Un ideale di uguaglianza
La società degli «uguali» si basava su un valore fondamentale, di cui gli antichi rilevavano l’asso-
luta originalità rispetto alle altre poleis greche: il disinteresse verso la ricchezza e l’accumulo di
beni. Questo atteggiamento veniva fatto risalire come sempre a Licurgo che avrebbe stabilito cri-
teri di assoluta parità nello stile di vita dei cittadini e nel loro contributo economico alla polis. Una
vita sociale impostata e regolata secondo princìpi inderogabili di completa uguaglianza avrebbe
dovuto spegnere qualsiasi competizione. La propensione verso un ingiusto e inutile arricchimen-
to era del resto bloccata all’origine da una norma che impediva ai cittadini di svolgere attività lu-
crative.
In verità, sappiamo che anche a Sparta non mancavano cittadini più ricchi e più influenti di altri
(per famiglia, per età, per posizioni di comando) e che la competizione per il potere fu in alcuni
momenti molto accesa. Quello che Senofonte e altri autori antichi ci hanno tramandato è perciò,
più che l’esatta descrizione di una realtà, la rappresentazione di un ideale di uguaglianza che fu
comunque un importantissimo elemento di coesione tra gli Spartani.
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Senofonte, La costituzione di Sparta, 7 go quelle che assicurano la libertà alle necessario accumulare sostanze per avere
città. la possibilità di spenderle in favore di com-
Altre norme Licurgo introdusse a Sparta, D’altra parte, perché mai si dovrebbe cor- militoni e commensali, dal momento che le
anch’esse contrarie al comportamento del rere dietro alla ricchezza nella città dove prescrizioni di Licurgo hanno assegnato ti-
resto dei Greci. Si sa che nelle altre città Licurgo, fissando per tutti eguali contribu- tolo di maggior onere all’aiuto prestato ai
tutti fanno a gara per arricchirsi quanto zioni all’insieme dei mezzi di sussistenza ed compagni da parte di chi affronta fatiche
più è possibile: c’è chi si fa agricoltore e eguale forma di vita, ha demotivato chi fisiche rispetto ai vantaggi offerti da chi
chi armatore di navi, c’è chi si fa mercan- aspirasse a farsi ricco in vista dei piaceri spende denaro, dimostrando che il primo è
te, né mancano altri che vivono dei pro- che ne derivano? E infatti neppure le ne- opera dell’animo, i secondi della ricchezza.
venti di arti e mestieri. A Sparta invece Li- cessità dell’abbigliamento costituiscono
curgo ha proibito agli uomini liberi di de- un buon motivo per cui ci si debba arric-
dicarsi a qualsiasi occupazione che perse- chire, in quanto per gli Spartani il miglior GUIDAALLALETTURA
gua fini di lucro e ha prescritto loro di con- ornamento consiste nell’eccellenza fisica e 1. Che cosa proibì Licurgo agli Spartani?
2. Per quali motivi gli Spartani non avrebbero
siderare uniche attività degne del loro ran- non nel pregio degli abiti. Ancor meno è dovuto mirare all’arricchimento personale?
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