Page 179 - Profili di Storia
P. 179
P1_Modulo03a.qxp 22-02-2010 8:37 Pagina 164
Modulo 3
Il mondo greco
Esigenze di funzionamento Il numero dei cittadini veniva tenuto volutamente limita-
to non solo perché la cittadinanza era ritenuta un privilegio al quale non dovevano acce-
dere tutti gli abitanti della città, ma soprattutto perché era fin troppo chiaro che le di-
scussioni pubbliche e le decisioni collettive avevano senso soltanto se si svolgevano con
il massimo della partecipazione della cittadinanza. Questo poteva verificarsi solo se il nu-
mero dei cittadini non era eccessivo e tutti (almeno teoricamente) avevano la possibilità
GUIDAALLOSTUDIO di intervenire, di esprimersi nella proposta e nella critica, di essere effettivamente presenti
1. Trova due sinonimi per i termini al momento del voto. Un territorio troppo grande, cittadini troppo numerosi, non lo
isegorìa e isonomìa.
avrebbero consentito.
7. Gli esclusi dalla polis
Le poleis greche, qualunque fosse il loro ordinamento – democratico, oligarchico, o in-
termedio tra i due – si basavano sull’esclusione dalla cittadinanza di una larga parte de-
gli abitanti.
Esposizione dei neonati La prima esclusione poteva avvenire con la nascita. I neona-
ti che avevano qualche malformazione venivano solitamente lasciati morire. Ma anche
soggetto giuridico l’abbandono o «esposizione» di bambini sani era una pratica molto diffusa in tutto il
Ogni persona che gode dalla nascita mondo greco. Deposto in un vaso, in una pentola d’argilla o in un canestro, il neonato ve-
di diritti e doveri.
niva abbandonato in un luogo lontano da casa, presso un cumulo di rifiuti, lungo un sen-
tiero, davanti a un tempio. Una parte di questi bambini moriva di stenti, un’altra veniva
raccolta per essere avviata alla schiavitù; più raro era il caso di bambini che venivano al-
levati come figli in una nuova famiglia.
I motivi che spingevano a una decisione così grave e dolorosa potevano essere diversi: per
† Schiavi in una cava
scongiurare il disonore, nel caso in cui il bambino fosse nato da un’unione illegittima; per
In questa tavoletta corinzia, risalente
al VI sec. a.C., è rappresentato il l’impossibilità economica di allevarlo; per evitare che i fratelli fossero rovinati da un’ec-
lavoro degli schiavi in una cava di cessiva frammentazione del patrimonio familiare. Le femmine venivano esposte più fre-
argilla. Il lavoro nelle cave e nelle
miniere era massacrante, tanto da quentemente dei maschi. Una donna non maritata, infatti, era ritenuta dalla famiglia
esaurire le poche energie degli un’autentica sventura; ma per trovare marito, una ragazza doveva possedere una dote, co-
schiavi, che morivano nel giro di
pochi anni. sa che non tutti i genitori erano in grado di garantire [®Bambini greci].
Gli schiavi L’esclusione degli schiavi dalla po-
lis era quasi totale: lo schiavo era ritenuto inferio-
re per natura ed era fondamentalmente un ogget-
to di proprietà, che poteva essere comprato e ven-
duto ad arbitrio del padrone, esattamente come
un mulo o una casa. Essendo un oggetto, e non un
soggetto giuridico, lo schiavo non aveva il diritto
di possedere nulla. Solo la tolleranza del padrone
poteva consentirgli di mettere da parte un piccolo
gruzzolo. Gli schiavi potevano avere mogli e figli,
ma questa famiglia non godeva di nessun ricono-
scimento giuridico. Il padrone poteva smembrar-
la, separare l’uomo dalla donna, i genitori dai figli,
i fratelli dai fratelli, e venderli come desiderava.
Le condizioni di vita degli schiavi erano molto va-
rie. Terribile era la sorte che toccava a quelli (sia
adulti sia bambini) che lavoravano nelle miniere:
164