Page 180 - Profili di Storia
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                                                                                             Sparta e Atene


                        la loro vita, sottoposta a ritmi di lavoro massacranti, in ambienti pericolosi e malsani, ve-  LINK     p.178
                        niva consumata rapidamente. Anche il lavoro nelle campagne, soprattutto in occasione  Gli esclusi dalla polis:gli schiavi
                        dei grandi impegni stagionali (semina, mietitura, ecc.), poteva assumere ritmi massacran-
                        ti. Era forse migliore la situazione degli schiavi addetti ai servizi domestici: solitamente il
                        loro trattamento (cibo, vestiario, alloggio) era decoroso.

                         Stranieri residenti Un altro gruppo consistente di abitanti della città privo dei diritti
                        politici era rappresentato dagli stranieri residenti. Anche la condizione degli stranieri nel-
                        le città greche ci è nota soprattutto dal caso ateniese, che usualmente viene preso come
                        emblematico. Ad Atene gli stranieri, chiamati meteci (da metoikèo, «mi trasferisco»), era-
                        no uomini di condizione libera, non importa se greci o non greci, che risiedevano nella
                        città o nel suo territorio, momentaneamente o stabilmente. La loro condizione d’inferio-
                        rità rispetto ai cittadini era contrassegnata da alcuni importanti elementi, primo tra tutti
                        il divieto di partecipare alla vita politica.





                        VITA SOCIALE               Bambini greci
                        E DIRITTO


                            bambini e le bambine trascorrevano i  Il sistema spartano era diverso. Ancora oggi,
                        Iprimi anni di vita tra le pareti domesti-  nel linguaggio comune, si dice «educazione
                        che, affidati alla madre e, nelle famiglie che  spartana» per indicare un’educazione mol-
                        potevano permetterselo, a una nutrice qua-  to severa. A Sparta, non solo i maschi ma an-
                        si sempre di condizione schiavile. Questi  che le femmine venivano educati secondo
                        primi anni erano dedicati alle tenerezze fa-  un programma deciso e gestito dalla polis.
                        miliari e ai giochi: la palla, la trottola, l’a-  All’età di sette anni, bambini e bambine la-
                        quilone erano i giocattoli abituali per i pic-  sciavano le proprie famiglie e passavano sot-
                        coli di entrambi i sessi, mentre ai maschi si  to il controllo di un magistrato preposto alla
                        regalavano carrettini e cerchi, alle femmine  gioventù. Raggruppati per età, essi impara-
                        bambole e arnesi da cucina in miniatura.  vano a socializzare, a rispettarsi reciproca-
                        Verso i sette anni, il percorso delle femmi-  mente, a emulare i migliori, a ubbidire ai
                        ne cominciava a distinguersi da quello dei  compagni più grandi cui era affidata la guida
                        maschi.                              del gruppo, a sottomettersi a una disciplina
                        Le femmine continuavano a crescere tra le  durissima.
                        pareti domestiche, dove la madre impartiva  L’educazione spartana prevedeva anzitutto
                        loro un minimo di nozioni ritenuto indispen-  l’abitudine a uno stile di vita frugale. I fan-
                        sabile. I maschi invece andavano a scuola, do-  ciulli venivano forniti di un abbigliamento
                        ve venivano preparati a diventare dei futuri  appena sufficiente, un unico mantello per
                        cittadini. L’istruzione scolastica comprende-  tutto l’anno, con cui dovevano affrontare
                        va l’educazione del corpo e quella della men-  anche il rigido clima invernale. Dovevano
                        te: le attività atletiche, la musica, il canto, la  fabbricarsi da soli i propri giacigli con erbe e
                        danza, la lettura e la scrittura.    giunchi. Ricevevano pasti molto scarsi, così
                        Le scuole erano finanziate dalle famiglie, e  da abituarsi a sopportare il digiuno.
                        quindi erano accessibili solo ai figli dei ceti  La formazione dei bambini spartani com-
                        benestanti. I bambini più ricchi erano assi-  prendeva rudimenti di lettura e di scrittura,
                        stiti anche da un maestro personale.  musica e danza, ma privilegiava soprattutto
                        L’educazione infantile era rigida e faceva  le attività atletiche. Questa formazione era
                        spesso ricorso alle punizioni fisiche: i bam-  perfettamente funzionale agli ideali di Spar-
                        bini dovevano essere disciplinati e attenti  ta: essa preparava infatti nei maschi i futuri
                        durante le lezioni, volenterosi nell’appren-  guerrieri, pronti a battersi fino alla vittoria o
                        dimento, rispettosi verso gli anziani e i ge-  alla morte, nelle femmine le loro madri forti  π Bambola in terracotta
                        nitori.                              e coraggiose.                         [Museo Archeologico Nazionale, Napoli]



                                                                                                                                165
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