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                                             Unità 7
                                             Sparta e Atene


                                             bene prezioso perché davano un contributo fondamentale alla vita economica. In un trattato scrit-
                                             to intorno alla metà del IV sec. a.C. si proponeva un complesso d’iniziative volto a favorire l’af-
                                             flusso e la stabilità dei meteci, ma non risulta che nulla del genere sia stato attuato.



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                  Senofonte, Le Entrate, 2            e case. Del resto sarebbe un vantaggio an-  ve di case e molte aree fabbricabili, se lo
                                                      che per lo Stato se i cittadini militassero fra  Stato concedesse a coloro che ne faranno
                  Se, oltre alle risorse indigene, ci si interes-  di loro, senza essere mescolati come ora a  richiesta e saranno giudicati degni la pro-
                  sasse in primo luogo dei meteci, avremmo,  Lidi, Frigi, Siri e altri barbari di ogni stir-  prietà dei terreni su cui avranno costruito,
                  io penso, una delle migliori fonti di rendi-  pe, com’è buona parte dei nostri meteci.  sono convinto che per questo molti più e
                  ta, in quanto i meteci si mantengono da so-  Oltre all’utilità di escluderli dal servire nel-  migliori stranieri desidererebbero abitare
                  li, non ricevono alcun compenso per i mol-  l’esercito con i cittadini, per lo Stato sareb-  ad Atene. Se, infine, si istituisse una magi-
                  ti vantaggi che procurano agli Stati e paga-  be anche un motivo di onore se, nel com-  stratura per la tutela dei meteci [...] anche
                  no per di più una tassa speciale. Questo in-  battere, gli Ateniesi mostrassero di contare  questo accrescerebbe la loro benevolenza
                  teressamento sarebbe sufficiente, mi sem-  più su se stessi che su gente straniera.  nei nostri confronti, e, come è probabile,
                  bra, se li dispensassimo da quegli obblighi  Facendo poi ai meteci altre concessioni che  tutti i senza patria cercherebbero di otte-
                  che, pur non giovando allo Stato, sembra-  sarebbe bello fare e concedendo loro in  nere in Atene la condizione di meteco, in-
                  no imprimere ai meteci un marchio di di-  particolare il diritto di militare nella caval-  crementando così le nostre rendite.
                  sonore, e se li esentassimo dal militare nel-  leria, mi pare che accresceremmo la loro
                  la fanteria con i cittadini. Senza contare i ri-  benevolenza verso di noi e renderemmo lo  GUIDAALLALETTURA
                  schi personali, è anche un grave inconve-  Stato più forte e più grande. Inoltre, poi-  1. Quali vantaggi trarrebbe la città di Atene se
                  niente per loro dover lasciare occupazioni  ché dentro le mura vi sono molte zone pri-  favorisse l’afflusso di meteci?





                                             La condizione di meteco.Lo straniero ideale
                                             Pur essendo esclusi da ogni forma di partecipazione alla vita politica, i meteci dovevano prestare
                                             servizio militare per la polis in cui risiedevano, arruolati nella marina o in contingenti separati di
                                             fanteria leggera. Combattendo con coraggio e con lealtà essi potevano dimostrare nel modo mi-
                                             gliore il loro attaccamento e la loro devozione alla città che li aveva accolti. Queste virtù, accom-
                                             pagnate da una condotta irreprensibile anche in circostanze normali, delineava la figura del me-
                                             teco ideale: straniero sì, ma sensibile, come fosse un cittadino esemplare, al bene della città.
                                             Così è ricordato, in una tragedia di Euripide, Partenopeo, un leggendario eroe caduto, insieme ad
                                             altri sei compagni, in un mitico scontro sotto le mura della città greca di Tebe.



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                  Euripide, Le Supplici, 888-900      né fu amante mai delle contese       1. Atalanta era un’eroina celebrata in una tradizione
                                                      che rendono odiosi i cittadini       leggendaria dell’Arcadia. Euripide la definisce «cac-
                  Il figlio di Atalanta cacciatrice   e gli stranieri. Entrato nell’esercito  ciatrice» perché partecipò alla caccia al terribile cin-
                                                                                           ghiale caledonio. L’Inaco era un fiume dell’Argolide
                  Partenopeo, bellissimo tra tutti,   come uno che fosse nato argivo       che passava nei pressi di Argo.
                  nacque in Arcadia, ma venuto all’Inaco 1  difese la città; pei suoi successi
                  crebbe in Argo e quivi fu allevato.  godeva e s’attristava alle disgrazie.  GUIDAALLALETTURA
                  Come devono fare gli stranieri      Molti uomini e donne lo amavano,     1. Secondo te, il meteco di Argo è posto da
                  non portò invidia ed odio alla città;  ma egli stava in guardia dal peccato.  Euripide sullo stesso piano dei cittadini argivi?















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