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Modulo 2
Il Vicino Oriente antico
3. La Bibbia e il problema delle origini ebraiche
Libro sacro e religione rivelata La ricostruzione delle prime fasi della storia ebraica
che abbiamo esposto non coincide con il racconto che di queste stesse vicende si trova
nella Bibbia. La differenza principale tra la narrazione biblica e la ricostruzione storica
moderna, che si basa anche su fonti diverse dall’Antico Testamento, sta nel fatto che la
Bibbia presenta la religione ebraica come «rivelata» da Dio, tramite Mosè, al «popolo
eletto». In quanto tale, essa è concepita come un sistema originario e perfetto, già com-
piuto, in origine, nel suo limpido monoteismo.
La ricostruzione storica presenta invece queste stesse vicende come il risultato di una gra-
duale evoluzione, che portò gli Ebrei da un originario politeismo al monoteismo, raggiun-
to in forma coerente solo nel VII-VI sec. a.C. In modo analogo, la Bibbia presenta il popo-
lo ebraico come formato e compatto non solo religiosamente ma anche politicamente già in
origine, al momento di spostarsi, sotto la guida di Mosè, dall’Egitto verso la «Terra pro-
messa». La ricostruzione storica descrive invece questa costruzione politica dell’unità
ebraica come un fenomeno più lento e complesso.
In questa diversità tra racconto biblico e ricostruzione storica si collocano problemi ar-
dui e delicati. Tanto più ardui e delicati perché coinvolgono le origini di due religioni (l’e-
braismo, il cristianesimo) oggi praticate da miliardi di uomini.
Il nome Bibbia viene dal greco tà biblìa, «i libri», ed entrò nell’uso corrente durante l’im-
† La Torah pero romano. La Bibbia è costituita dall’Antico Testamento, comprendente i libri redatti
[Sinagoga di Djerba, Tunisia] prima di Gesù Cristo, e dal Nuovo Testamento, comprendente i libri che riguardano la
Questi rotoli di pergamena
contengono i primi cinque libri della predicazione di Gesù e degli apostoli. La prima parte è un testo sacro sia per gli Ebrei sia
Bibbia; sono scritti in ebraico antico per i Cristiani, la seconda solo per i Cristiani. Per questi fedeli la Bibbia è un libro sacro
e nella religione ebraica
costituiscono oggetto di culto. perché contiene la verità rivelata da Dio. Essa è quindi oggetto di fede, e della fede non
può darsi una discussione critica. Essa presuppone infatti un ab-
bandono nel mistero e l’attribuzione alle cose di questo mondo di
una dimensione soprannaturale, che non può essere oggetto di
un’analisi razionale.
Ricostruzione critica La Bibbia non è un testo composto in un
unico momento, ma una compilazione che raccoglie tutto quanto
gli Israeliti hanno scritto durante il primo millennio della loro sto-
ria autonoma (grosso modo dal 1200 al 200 a.C.). Le redazioni fi-
nali, quelle che sono pervenute fino a noi, sono lontane, a volte
lontanissime dagli eventi narrati.
Molti racconti che si riferiscono a presunti fatti storici sono pale-
semente incredibili. Non mancano ripetizioni di uno stesso epi-
sodio riferito a epoche diverse, né anacronismi; i vari autori che
in vari momenti hanno scritto i testi poi confluiti nella versione
definitiva della Bibbia ebraica hanno spesso raffigurato il passato
alla luce del loro presente. Per un verso è evidente che gli autori
non avevano cognizione esatta di situazioni storiche troppo lon-
tane nel tempo; per altro verso – ed è questo il punto principale
– essi non avevano nessuna intenzione di scrivere un’opera di sto-
ria come l’intendiamo noi.
Lo scopo della compilazione stratificata della Bibbia era infatti
fondamentalmente religioso. Gli autori succedutisi nei secoli vo-
levano proclamare la superiorità del loro Dio e il carattere sacro
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