Page 91 - Storia dell'inquisizione spagnola
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1530, ebbero bisogno di contare su una rete di informatori e

               di     agenti        sufficientemente              qualificati        per      assumere
               importanti responsabilità. Di qui derivò la creazione, press’a
               poco  in  quell’epoca,  come  sostiene  Jean-Pierre  Dedieu,  di
               una rete molto stretta di commissari e di famigli: «una rete
               di  controllo  territoriale  unica  nell’Ancien  Régime  che  non
               sarà superata prima della fondazione della Guardia civile». I
               famigli  meritano  da  soli  uno  studio,  ma  non  bisognerà

               trascurare il ruolo dei commissari ai quali sono state affidate
               missioni  molto  importanti.  Quindi  molto  spesso  sono
               anch’essi  dei  letrados,  licenziati.  Ricardo  Garcia  Carcel
               scrive un po’ avventatamente che «l’inquisizione valenciana
               non ebbe commissari». Indubbiamente ciò è vero prima del
               1530,  ma  in  seguito  ne  ebbe  come  le  altre  e  perfino  in

               piccole località: così il 1° agosto 1658 uno degli inquisitori di
               Valencia scrive al commissario del Santo Uffizio a La Torre
               de Lloris, Juan Bautista Malferit, perché siano fatte ricerche
               nei registri parrocchiali per avere la prova del matrimonio di
               Martin  Escribano,  alias  Andrés  de  Ruperes.  E  l’  11  agosto
               l’estratto dell’atto di matrimonio insieme alle dichiarazioni di
               quattro  testimoni  vengono  spediti  dal  commissario  al

               tribunale  di  Valencia.  Anche  il  tribunale  di  Valencia  e
               l’Inquisitore  generale  chiederanno  nel  1754  un’indagine  al
               commissario  di  Teruel  a  proposito  di  una  processione
               sacrilega.
                  I  commissari  hanno  l’incarico  specifico  di  condurre  le
               inchieste  nelle  località  lontane  dalla  sede  del  tribunale,  di

               procedere  all’escussione  dei  testi  e  di  verbalizzare  le  loro
               dichiarazioni. Sempre a proposito della causa di poligamia di
               Martin  Escribano,  il  commissario  di  Quintanar,  Andrés
               Clemente  de  Arotegui,  sarà  incaricato  dall’Inquisizione  di
               Cuenca di interrogare i testimoni nel settembre 1659. Nelle
               città  importanti,  il  Santo  Uffizio  può  anche  disporre  di
               numerosi  commissari.  Così  quando  nel  1597  si  discute

               davanti  al  tribunale  di  Cordova  la  causa  Herrera,  dato  che
               tutti i testimoni sono a Jaén, l’Inquisizione incarica i suoi due
               commissari in quella città, i licenziati Arias Pizarro e Ortega,
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