Page 86 - Storia dell'inquisizione spagnola
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giungere a una concezione irenistica delle relazioni umane.

               Julio  Caro  Baroja  ricorda  opportunamente  che  «l’università
               era  una  scuola  di  violenza  intellettuale»  in  cui  i  maestri
               cercavano di costituirsi delle clientele, formavano con i loro
               allievi delle fazioni che scatenavano le une contro le altre. La
               pratica  della  delazione  era  abituale  così  che  i  licenziati  o  i
               dottori  divenuti  inquisitori  non  si  facevano  scrupolo  di
               raccomandarla  ai  buoni  cristiani  per  stanare  l’errore  o

               l’eresia  o  la  grave  offesa  al  buon  costume.  I  maggiori  doni
               dello  spirito  potevano  accordarsi  con  la  più  sfrenata
               ambizione, la gelosia, l’orgoglio, l’ostentazione, l’assenza di
               carità.  Come  quel  Diego  de  Simanacas  di  cui  Julio  Baroja
               traccia  il  ritratto:  giurista  di  grande  competenza  senza
               dubbio  noto  esperto  di  scienze  politiche,  autore  di  un  libro

               sulla  Repubblica,  di  un  trattato  sul  maggiorasco...  Ma,
               nonostante il suo successo a professionale», poiché da lungo
               tempo  faceva  parte  della  Suprema,  un  uomo  ambizioso
               sempre  insoddisfatto,  orgoglioso,  pieno  di  sé,  accanito  nel
               combattere  i  suoi  avversari,  tra  i  quali  lo  sfortunato
               arcivescovo Carranza...


                  Ritorniamo ai processi verbali d’ispezione che abbiamo già
               menzionato.  Essi  sono  espliciti:  i  nostri  inquisitori  sono
               uomini. Salvo alcune eccezioni (come quel Lucero che riuscì
               a far sollevare contro di sé Cordova) non sono dei mostri. Né

               dei santi. Semplicemente degli uomini, con le loro debolezze
               e  i  loro  compiacimenti,  le  loro  meschinità,  i  loro  moti  di
               generosità, i loro gesti di pietà, le loro passioni e i loro gusti,
               le loro negligenze, il loro lato ridicolo...
                  Che  cosa  si  rimprovera  per  esempio  al  dottore  Alonso
               Ximenez de Reynoso, inquisitore di Cordova al quale furono
               contestati  trentanove  capi  d’accusa  durante  l’ispezione  del

               1597  ?  La  sua  volontà  di  potenza:  «Vuole  dominare  e
               sottomettere  tutti».  E  seguono  gli  esempi  precisi:  pretende
               di imporre il suo voto agli altri membri del tribunale, insulta
               il  personale  del  Santo  Uffizio,  ecc.  Ma  gli  si  rimprovera
               anche  la  scarsa  assiduità  che  ritarda  la  conclusione  delle
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