Page 83 - Storia dell'inquisizione spagnola
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nostri inquisitori toledani provengono dal collegio di San
Bartolomé di Salamanca, il più rinomato di tutti; sei
provengono dal collegio di Santa Cruz di Valladolid che era
appena al di sotto e altri sei da collegi molto qualificati.
Quest’alta percentuale (42,1%) di persone che ha compiuto
gli studi nei migliori collegi, questa percentuale eccezionale
di bartolómicos (21%), sono eloquenti sulle qualità
intellettuali degli inquisitori di Toledo e nello stesso tempo
sulla loro predisposizione a far carriera nel campo del
potere.
E infatti, al momento della loro nomina al tribunale di
Toledo, molti di essi facevano parte dell’alta gerarchia
ecclesiastica: ventisei erano già canonici di una cattedrale
(45,6%), altri erano vicari ecclesiastici o cantori. E la loro
ulteriore carriera dimostra l’esattezza di questa facile
diagnosi: quattordici dei nostri inquisitori siederanno nel
Consiglio supremo dell’Inquisizione, dieci diventeranno
vescovi e quattro arcivescovi (di Granada, Compostella,
Palermo e Burgos). Nel nostro campione figurano due futuri
Inquisitori generali.
Ma in seguito i nostri inquisitori toledani non eccelleranno
solo nelle cariche ecclesiastiche: alcuni diventeranno uditori
delle cancellerie di Granada e Valladolid e tre presidenti
delle alte Corti. Altri perfino presidenti dei grandi Consigli,
come Francisco Tello de Sandoval, presidente del Consiglio
delle Indie, e Mauricio Pazo y Figueroa, presidente del
Consiglio di Castiglia. In quanto a don Antonio Zapata de
Mendoza, discendente da una famiglia dell’alta nobiltà, sarà
nel secolo XVII viceré di Napoli.
Così, dalla fine del Cinquecento, l’itinerario politico di un
discendente di famiglia illustre può passare attraverso
l’Inquisizione: nato nel 1550, Antonio, figlio del conte di
Barajas, fu colegial del san Bartolomé di Salamanca e
divenne, giovanissimo, canonico della cattedrale di Toledo.
Eccolo poi, cappellano del suo antico collegio a Salmanca, e
la tappa inquisitoriale della sua vita comincia allora: egli è
dapprima destinato al tribunale di Llerena, poi nel 1534 (ha