Page 84 - Storia dell'inquisizione spagnola
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dunque 34 anni) è nominato a Toledo. Dopo di che si apre la

               carriera  del  prelato:  vescovo  di  Cadice,  poi  di  Pamplona,
               arcivescovo  di  Burgos,  cardinale  di  Santa  Cruz,  Antonio
               Zapata de Mendoza diventerà Inquisitore generale (dal 1626
               al 1632), patriarca delle Indie e viceré di Napoli.
                  Si  obietterà  giustamente  che  si  tratta  di  una  carriera
               eccezionale  favorita  dalla  nobile  nascita  dell’interessato.
               Certo!  Ma  ecco  la  carriera  di  Francisco  Tello  de  Sandoval:

               uscito fresco fresco anche lui dal collegio di San Bartolomé
               appena  conseguita  la  licenza,  diventa  canonico  della
               cattedrale  di  Siviglia,  poi,  nel  1540,  inquisitore  di  Toledo.
               Sarà in seguito inviato come visitatore apostolico in Messico.
               Nominato  vescovo  di  Osuna,  poi  di  Plasencia,  presiederà
               successivamente  alla  Cancelleria  di  Granada,  a  quella  di

               Valladolid, infine al Consiglio delle Indie. Grande carriera in
               cui  la  funzione  politica  è  importante  almeno  quanto  quella
               pastorale del prelato.
                  Che dire allora di Fernando di Valdés! Discendente da una
               nobile famiglia di Salas, nelle Asturie, compì anch’egli i suoi
               studi nel collegio di San Bartolomé e finì per occupare le più
               alte  cariche  della  Chiesa  e  dello  Stato:  successivamente

               vescovo di Orense, Oviedo, León, Siguenza e arcivescovo di
               Siviglia;  ma  anche  membro  del  Consiglio  supremo
               dell’Inquisizione  e  Grande  Inquisitore;  e  inoltre  presidente
               della Cancelleria di Valladolid e presidente del Consiglio di
               Stato sotto Filippo II.
                  Si potrebbe paragonare la carriera di Valdés a quella di fra

               Garcia de Loaysa. Ma che dire inhne di José Ramon de Arce,
               Inquisitore generale dal 1797 al 1808. Il suo è il caso limite.
               Con  lui  non  si  tratta  di  fede  e  di  dogmi, questo inquisitore
               non  è  che  un  ausiliario  del  potere:  creatura  di  Godoy  col
               quale correva dietro alle sottane, favorito della marchesa di
               Mejoradà,  questo  Inquisitore  generale  non  era  per  caso...
               massone? Che beffa!

                  Ma  torniamo  a  itinerari  più  classici.  È  vero  che  non
               mancano  uomini  che  hanno  fatto  carriera  salendo
               faticosamente  tutti  i  gradini  della  gerarchia  del  Santo
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