Page 82 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Garcia  de  Loaysa  (1538-1546),  Luís  de  Aliaga  (1618-1625),

               Antonio de Sotomayor (1623-1643), o ancora Jaime Tomás de
               Rocaberti (1694-1699) che fu contemporaneamente generale
               dei  domenicani  e  Grande  Inquisitore.  Ma,  come  si  vede,  la
               presenza dei domenicani al sommo della gerarchia del Santo
               Uffizio  fu  episodica  e  i  domenicani  non  ebbero  mai  una
               posizione predominante nella Suprema.
                  Possiamo  fin  d’ora  affermare  che  lo  stesso  accadeva  nei

               tribunali provinciali, che gli inquisitori in lettere minuscole –
               secondo  la  definizione  di  Julio  Caro  Baroja  –  non  erano  in
               maggioranza  domenicani.  E  fu  così  fin  dal  principio,  anche
               se  la  proporzione  dei  domenicani  fu  più  alta  all’inizio  della
               storia  del  tribunale:  a  Valencia  dal  1478  al  1530,  su  20
               inquisitori  censiti,  solo  5  sono  domenicani,  contro  12

               secolari, tutti canonici della cattedrale e tre personaggi sui
               quali mancano informazioni precise .
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                  Ma       qual       era      dunque          l’origine        degli       inquisitori?
               L’esplorazione  del  prezioso  schedario  costituito  da  Jean-

               Pierre Dedieu per il tribunale di Toledo, anche se concerne
               solo il XV e XVI secolo, ci permette di tentare una risposta,
               dato  che  il  tribunale  di  Toledo  era  indubbiamente  il  più
               considerato: la Suprema mandava a Toledo gli inquisitori più
               stimati, quelli  insomma  che  impersonavano  il  modello  della
               funzione.

                  Dal 1482 al 1598, Jean-Pierre Dedieu ha censito a Toledo
               57 inquisitori. I monaci brillano per la loro assenza: sembra
               ci  sia  un  solo  domenicano.  Il  fatto  più  evidente  è  la  solida
               formazione  universitaria  di  questi  inquisitori:  fra  di  essi  si
               annoverano  41  licenziati  e  14  dottori.  Il  96,5%  di  questi
               inquisitori sono dunque dei letrados, appartengono a quella
               categoria  che  realmente  esercita  il  potere  in  Spagna

               all’epoca di Carlo V e di Filippo II.
                  Esaminiamo il problema più da vicino. Non solo si tratta di
               letrados, ma una gran parte di essi si sono formati nei collegi
               più  famosi  (Colegios  Mayores),                            veri      vivai      dell’alta
               amministrazione e dei Consigli di governo. Almeno dodici dei
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