Page 88 - Storia dell'inquisizione spagnola
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casi di subornazione. Egli ha anche suggerito ai condannati

               alla  pena  capitale  di  corrompere  i  funzionari  del  tribunale,
               afferma  il  rapporto.  Infine,  Alonso  de  Hoces  è  accusato  di
               tenere  un  comportamento  poco  dignitoso:  invece  di
               cavalcare  gravemente,  come  gli  altri  inquisitori,  egli  va
               spesso  a  piedi  da  Triana  a  Siviglia,  passeggia  attorno  alla
               Borsa  con  i  bottegai,  attacca  discorso  con  chiunque.  Canta
               canzonette  licenziose,  recita  poesie  audaci  di  Gongora,

               suona  la  chitarra,  canta  delle  seguedillas  in  compagnia  di
               ruffiani e balla in pubblico. In breve, ha perduto ogni stima e
               compromette  la  reputazione  del  Santo  Uffizio.  Infine,  ed  è
               l’accusa principale, è tacciato d’ignoranza (falta de letras).
                  In  quanto  agli  inquisitori  di  Cordova,  Francisco  Gasca  e
               Alonso  Lopez,  sottoposti  a  ispezione  nel  1577,  e  al

               procuratore  Quintana,  essi  sono  tutti  e  tre  colpevoli  di
               eccessiva  indulgenza  verso  degli  incriminati  o  dei
               prigionieri.  Hanno  infatti  permesso  al  dottor  Diego  Perez,
               arcidiacono di Jaén, di tenere nella sua cella libri e carta da
               scrivere,  di  assistere  agli  uffizi  religiosi,  di  uscire  per
               distrarsi nel cortile. Hanno anche messo a disposizione di un
               altro  detenuto  una  chitarra  e  delle  carte  da  gioco,  hanno

               autorizzato altri prigionieri a ricevere cibi mandati dai loro
               familiari...
                  Riassumiamo.  Gli  inquisitori  non  formavano  affatto  una
               casta di monaci fanatici, avulsi dal resto del mondo. Scelti in
               maggioranza  (circa  il  90%)  fra  i  secolari,  essi  facevano  già
               parte  delle  alte  gerarchie  ecclesiastiche  alle  quali  li

               destinavano la loro educazione e le loro qualità. Data la loro
               formazione  essi  erano  in  prevalenza  eminenti  giuristi,  ed  è
               quindi  con  la  massima  naturalezza  che  andavano  ad
               amministrare  la  giustizia,  a  far  applicare  le  leggi  civili  e
               religiose,  come  nell’esercizio  di  una  professione.  Potevano
               essere  uomini  di  notevoli  qualità  intellettuali  e,  Claire
               Guilhem  per  esempio,  ha  potuto  apprezzare  il  modo  in  cui

               erano  stati  condotti  gli  interrogatori  delle  beatas  dagli
               inquisitori  di  Toledo  nella  prima  metà  del  secolo  XVIII:
               «Questi  interrogatori  sono,  a  nostro  avviso,  notevoli  per
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