Page 74 - Storia dell'inquisizione spagnola
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di mano e, ogni volta che il papa ha voluto opporsi a
un’iniziativa dell’Inquisizione spagnola o ridurre i suoi
poteri, è stato sconfitto. Ciò premesso si può sempre
sostenere che la nuova Inquisizione è come il vecchio opus
romanum. Oppure, come sostiene Henry Kamen, – la cui
lucidità per una volta viene meno – che senza Roma «il
tribunale avrebbe cessato di esistere», che «le bolle di
nomina, i regolamenti canonici, le sfere di giurisdizione
erano tutti sottoposti alla preventiva approvazione del
papa ». Certamente, ma questo è confondere il diritto e il
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fatto: in linea di diritto il papato controlla l’Inquisizione
spagnola ed è responsabile di fronte alla storia dell’attività
di questa istituzione: di fatto, essa è uno strumento della
monarchia spagnola.
Come ignorare che molti membri della Suprema si sono
seduti anche in altri Consigli? Come chiudere gli occhi sul
ruolo politico di molti Inquisitori generali, per definizione
presidenti della Suprema? Cisneros, Inquisitore generale dal
1505 al 1517. Adriano di Utrecht, già precettore di Carlo V,
dal 1517 al 1522. Diego Espinoza, Inquisitore generale dal
1566 al 1571 e presidente del Consiglio di Castiglia, come
Diego Sarmiento di Valladares dal 1669 al 1694, come
Larreategui ancora dal 1733 al 1740.
Per dissipare ogni dubbio, affinché il senso e il
funzionamento del sistema siano chiari a tutti, bisogna dare
risposte soddisfacenti ad alcune domande essenziali. Come
controlla la Suprema l’apparato inquisitoriale, come si
esercita il controllo della gerarchia? Chi sono gli inquisitori e
qual è dunque la natura del loro potere? Quali sono i mezzi,
gli uomini e il denaro di cui possono disporre gli inquisitori
per compiere la loro missione? Ma bisognerà anche
ricordarsi che gli inquisitori erano uomini: questo garantiva
– fortunatamente – un divario fra le intenzioni del potere e la
vita quotidiana.