Page 71 - Storia dell'inquisizione spagnola
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di lui si guarda alla politica illuminata dei ministri di Carlo

               III e soprattutto al gruppo degli afrancesados.
                  Egli  incontra  gravi  difficoltà  con  i  diversi  consigli,  una
               campagna  viene  scatenata  contro  di  lui,  in  particolare  a
               Siviglia  dove  viene  avviata  una  prima  inchiesta  segreta
               dell’Inquisizione.  L’accusa  più  grave  è  quella  di  empietà,
               inoltre  egli  sostiene  la  superiorità  della  giurisdizione  civile
               su  quella  ecclesiastica,  sempre  sospettata  di  ledere  i  diritti

               dello Stato, fatto questo che non gli attira la simpatia degli
               inquisitori. La procedura segue il suo corso. La partenza del
               primo ministro Aranda lascia allo scoperto Olavide, gli amici
               che gli restano nel governo sono essi stessi vittime di violenti
               attacchi.  Inizia  allora  una  aspra  lotta  in  cui  il  cappuccino
               tedesco fra  Romualdo  «colonizzatore»  della  Sierra  Morena,

               divenuto  ora  uno  dei  più  accaniti  nemici  di  Olavide,  ha  un
               ruolo  assai  importante.  Non  curandosi  del  pericolo  che
               corre, Olavide fa spiare i suoi nemici: le sue mosse maldestre
               accelerano  la  sua  caduta  e,  il  14  novembre,  riconosciuto
               colpevole  di  eresia,  viene  arrestato  dall’Alguacil  Mayor
               dell’Inquisizione,  il  duca  di  Mora  grande  di  Spagna.  Lo
               aspettano  due  anni  di  carcere.  Trattamento  infamante,

               condanna infamante, libertà vigilata, fuga in Francia, ritorno
               in patria,  riabilitazione  e  morte  nel  1803.  L’uomo  distrutto
               ha ripudiato le sue idee illuminate. L’Inquisizione l’ha scelto
               perché  si  trovava  alla  portata  dei  suoi  artigli.  Bisognava
               colpire un altissimo personaggio, che godesse della fiducia e
               dell’ammirazione  del  re  e  dei  suoi  ministri,  bisognava  dare

               un avvertimento a questi ultimi contro i quali non si poteva
               far nulla senza recare grave pregiudizio al sovrano.

                  Si è spesso insistito sulle inimicizie che avevano condotto
               personaggi  eminenti  ad  essere  denunciati  all’Inquisizione,

               dato  che  i  loro  nemici  personali  potevano  essere  gli
               inquisitori stessi, come è il caso dell’arcivescovo Carranza, o
               gli inquisitori di Siviglia come in quello di Olavide. Sarebbe
               pericoloso  sottolineare  questo  aspetto  a  scapito  delle
               considerazioni  «ideologiche».  Gli  inquisitori  si  preoccupano
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