Page 67 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 67

20% del totale, Toledo per il 12% e molte piccole città per il

               2% circa. Il caso di Logroño non consente delle conclusioni
               perché se la cittadina di Agreda fornisce da sola il 24% degli
               accusati, 72 dei 77 incriminati sono moriscos, il che modifica
               i dati. Tuttavia Pamplona ed Aguilar danno anch’esse il 5%
               degli accusati e Logroño il 10%.
                  È  molto  difficile  appurare  se  il  piccolo  numero  dei  nobili
               perseguiti  sia  da  attribuire  a  una  bassa  delinquenza  o  alla

               volontà di non vedere. È nondimeno evidente che l’azione del
               Santo  Uffizio  non  si  ferma  né  alle  scale  dei  palazzi  né  al
               recinto  dei  conventi.  Vedremo  più  oltre  che  i  caballeros
               potevano  essere  duramente  colpiti  se  si  abbandonavano  a
               «peccati  vergognosi».  E  alcuni  dei  personaggi  più  in  vista
               della  loro  epoca  sono  spesso  scomparsi  nelle  segrete  o

               hanno avuto grossi fastidi: tale fu il caso dell’umanista Juan
               de Vergara, dell’arcivescovo di Toledo Carranza, dei dottori
               Cazalla (che morì sul rogo), Costantino o Egidio, di Jean de
               la  Croix,  del  padre  Sigüenza,  di  fra  Luís  de  León,  di  José
               Fernandez  de  Toro,  egli  stesso  inquisitore,  o  di  uomini
               politici  come  Macanaz  o  Pablo  de  Olavide.  La maggioranza
               delle vittime dei grandi autodafé di Valladolid nel 1559 e nel

               1561  erano  uomini  e  donne  di  condizione  sociale  elevata  e
               parecchi  erano  discendenti  da  illustri  famiglie,  perfino
               dall’alta  nobiltà.  Esaminiamo  per  ora  il  caso  di  fra  Luís  de
               León, di José Fernandez de Toro e di Pablo de Olavide, che
               illustrano situazioni diverse in periodi diversi.


                  Luís  de  León  nasce  nel  1528.  Appartiene  a  una  famiglia
               molto  onorata:  suo  padre  era  uditore  della  Cancelleria  di
               Granada          e     suo       fratello       governatore           della       fortezza
               dell’Alhambra. Un solo punto nero: i suoi avi paterni, ebrei
               convertiti, sono stati condannati dal Santo Uffizio.

                  Nel 1542 Luís viene inviato a Salamanca per proseguire gli
               studi.  Entra  nell’ordine  agostiniano,  frequenta  le  università
               di Toledo e di Alcalá e, nel 1560, si laurea in teologia. L’anno
               seguente ottiene una cattedra all’università di Salamanca. Il
               suo  temperamento  combattivo,  esigente  e  critico  gli  attira
   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71   72