Page 51 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Indubbiamente non si era prestata finora sufficiente
attenzione a questa sistematica azione di controllo sociale.
Ora è giunto il momento di farlo.
Verso una razionale occupazione del territorio:
la copertura geografica
L’insediamento dei primi tribunali può aver incontrato
qualche difficoltà. Ciò non toglie che in pochi anni essi sono
funzionanti in tutta la Spagna, ad eccezione però della
Galizia, della Navarra e del regno di Granada.
Fra il 1480 e il 1484 vi è una prima serie: Siviglia,
Cordova, Valencia, Ciudad Real, Jaen e Saragozza.
L’Andalusia, in cui i conversos sono numerosissimi, è dotata
di un dispositivo quasi completo: Valencia e Saragozza sono
anche importanti centri di giudaismo.
Dal 1485 al 1492 il ritmo degli insediamenti si accelera,
risalendo dall’Andalusia verso la Castiglia e rafforzando la
presenza del Santo Uffizio in Aragona. I principali sono
Toledo (1485), Teruel e Barcellona (1486), Murcia (1488),
Valladolid, Cuenca, León, Palencia (1492). Ben venticinque
tribunali sono in funzione verso il 1495. I loro confini
coincidono più o meno con quelli dei distretti ecclesiastici.
Non ci si preoccupa molto invece delle frontiere interne
della Spagna: Orihuela, nel regno di Valencia, dipende dal
tribunale di Murcia che è in Castiglia. Alfaro e Agreda,
benché castigliane, dipendono da Saragozza. I distretti
possono essere modificati a seconda dei bisogni: Toledo
perde Alcaraz a vantaggio di Jaén, Siviglia perde Cadice
quando viene creato il tribunale di Jerez. Per maggiore
funzionalità i tribunali non hanno allora una sede fissa: gli
inquisitori di Barcellona celebrano gli autodafé a Taragona,
Gerona, Perpignano, oltre a quelli della città ducale.
E quando, nel 1483, Pedro Diaz de la Costana e Francisco
Sanchez de la Fuente vengono nominati inquisitori «in tutto
il campo di Calatrava e nell’arcivescovado di Toledo», essi