Page 47 - Storia dell'inquisizione spagnola
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inviati a Teruel per istituirvi un tribunale, si videro proibire

               dai magistrati  l’ingresso  nella  città  e  dovettero  ritirarsi  nel
               vicino  borgo  di  Cella  da  dove  lanciarono  scomunica  e
               interdetto su Teruel. Il clero cittadino si appellò al papa che
               invalidò i provvedimenti degli inquisitori. Ferdinando ricorse
               dapprima  alle  minacce  poi  chiese,  nel  febbraio  1485,  alle
               autorità aragonesi di castigare la città ribelle. Inutilmente. Il
               re  dovette  risolversi  ad  impiegare  le  truppe  stanziate  sulle

               frontiere castigliane, e solo davanti alla forza Teruel si piegò.
                  In questo periodo, a Saragozza, l’idea di farla finita con gli
               inquisitori  cominciava  a  sedurre  i  conversos.  Il  delitto  che
               avrebbero  pagato  a  carissimo  prezzo,  fu  compiuto  il  15
               settembre  1485  nella  cattedrale  di  Saragozza,  dove
               l’inquisitore Pedro Arbúes de Epila fu assassinato mentre era

               inginocchiato davanti all’altare maggiore. I Vecchi Cristiani
               che  si  erano  opposti  anch’essi  all’Inquisizione,  di  fronte  al
               dramma, cambiarono campo.
                  Oltre  agli  assassini,  arrestati  e  giustiziati,  la  repressione
               raggiunse,  negli  anni  che  seguirono,  un  gran  numero  di
               persone,  ed  Henry  Kamen  a  buon  diritto  può  evocare
               «l’immensa  retata  dei  conversos»  che  mira  a  «distruggere

               definitivamente  l’influenza  politica  e  sociale  dei  Nuovi
               Cristiani sull’amministrazione aragonese» .
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                  A      Valencia         l’opposizione            fu     meno         violenta,        più
               «legalitaria», ma non seppe sempre sfruttare i suoi vantaggi
               rispetto alla Corona.
                  Così  nel  1484  i  valenciani  accusano  il  re  di  violare  i  loro

               fueros inviando come inquisitori a Valencia degli «stranieri»;
               infatti i fueros prevedevano che solo i nativi della provincia
               potevano  avere  il  diritto  di  esercitarvi  funzioni  pubbliche.
               Nello  stesso  tempo,  essi  propongono  di  modificare  la
               procedura            inquisitoriale:          archiviazione            del       processo
               istruttorio  in  caso  di  morte  dell’accusato  prima  della
               sentenza;  annullamento  della  confisca  automatica  dei  beni

               dei  condannati  a  penitenza  canonica,  ecc.  Come  i
               barcellonesi,  sostengono  che  l’Inquisizione  provocherà  la
               rovina facendo fuggire molti abitanti. Anche i brazos (ordini)
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