Page 362 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Pedro Bolea, don Cristobal Frontin, don Juan Agustín, e
anche Rodrigo de Mer, Manuel Donlop, ecc. Questa
corrispondenza mette in rilievo che, fino all’autodafé del
dicembre 1593, l’Inquisizione di Saragozza ha consacrato
gran parte della sua energia a perseguire le persone
compromesse in una causa di cui è evidente il carattere
esclusivamente politico . Va segnalato anche che i vari
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tribunali del Santo Uffizio ricevettero l’ordine di ricercare e
confiscare l’opera intitolata Aventuras de Antonio Pérez.
Henry Kamen segnala d’altra parte alcuni casi di
intervento politico del Santo Uffizio: «Quando scoppiò in
Catalogna la rivoluzione del 1640, il Grande Inquisitore
stesso suggerì che il suo tribunale combattesse i ribelli ».
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Alla stessa epoca, i tribunali di Llerena e Valladolid si
interessavano caritatevolmente dei conversos portoghesi
compromessi nel movimento nazionale portoghese. E
durante la Guerra di successione spagnola, dal 1702 al 1714,
l’Inquisizione se la prese con coloro che non si schieravano
con Filippo V, e l’editto del 1706 ordinava anche ai penitenti
di denunciare i preti che in confessionale avessero detto che
Filippo V non era il legittimo sovrano. Nel 1747, all’epoca
delle difficoltà sorte con Roma a proposito della
pubblicazione dell’Indice inquisitoriale, perché condannava
molte opere giudicate ortodosse da Roma, l’Inquisitore
generale ricordava che l’Inquisizione spagnola agiva «dal
momento della sua fondazione... senza alcuna dipendenza
dall’Inquisizione romana», e che il diritto dell’Inquisizione
spagnola di censurare le opere secondo il proprio criterio
faceva parte delle «norme concesse al re e incorporate nelle
leggi del regno ».
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Dall’inizio del ’600 l’azione politica dell’Inquisizione
sembrava così naturale agli spagnoli che la città di Medina
del Campo, centro principale delle fiere di Castiglia, propose
nel 1606 di affidare al Santo Uffizio la repressione del
contrabbando di moneta e dei casi di fabbricazione di
moneta falsa; e Sancho de Moncada, uno dei grandi teorici
dell’economia, propose ugualmente, nel 1619, che