Page 344 - Storia dell'inquisizione spagnola
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dei casi in cui la tortura è ricordata l’incriminato ha «vinto»

               la tortura. E la grande maggioranza dei quattordici accusati
               assolti  (undici  perseguiti  per  sodomia  e  tre  per  bestialità)
               sono uomini che hanno «vinto» la tortura. Altri che l’hanno
               ugualmente superata, senza però essere riusciti a far svanire
               tutti i sospetti, evitano in ogni caso pene gravi: essi vengono
               condannati  solo  a  penitenze  spirituali,  a  un  anno  di
               reclusione (è il caso di uno studente); al massimo, al bando

               per uno o due anni. Una ventina di accusati sono in questa
               situazione.          Le      altre      varietà        segnalate         sono        quelle
               dell’accusato  che  confessa  sotto  la  tortura,  poi  ritratta
               quando  gli  si  chiede  di  confermare  le  sue  confessioni  in
               udienza, confessa di nuovo sotto la tortura, ritratta ancora,
               ecc.; oppure quella dell’accusato che confessa un delitto in

               udienza,  senza  essere  stato  torturato,  e  che,  una  volta  sul
               potro,  nega  decisamente  altri  reati.  In  questi  casi
               l’Inquisizione non tiene conto che del delitto confessato.
                  D’altra  parte  i  giudici  esaminano  le  testimonianze  con
               prudenza. Parecchie testimonianze concordanti determinano
               generalmente  la  loro  convinzione.  Ma  se  c’è  un  solo
               testimone e che l’accusa può tachar, ossia dimostrare che si

               tratta  di  un  «nemico  capitale»,  il  Santo  Uffizio  non  dà
               seguito  alla  cosa;  se  il  testimone  sembra  degno  di  fiducia,
               l’accusato viene sottoposto a tortura e se la supera, il dubbio
               sussiste  ma  la  pena  è  leggera.  Può  anche  accadere  che
               l’accusato  o  gli  accusati  dimostrino  l’inesistenza  delle
               pretese prove contro di loro. Perciò, nelle relazioni di cause,

               troviamo dei sommari del tipo seguente:
                  «Pedro Vezerril, contadino, abitante a Burbaguera, per un
               atto  di  sodomia  con  un’asina  (sic).  Un  testimone.  Fu
               sottoposto a tortura e ”vinse”.» Assolto.
                  «Joan        Aparido,         contadino,           abitante        a     Guarmocha
               (Catalogna).  Fu  accusato  di  alcuni  atti  di  sodomia  da  un
               testimone che egli ricusò come “nemico capitale.» La causa

               fu sospesa e l’accusato liberato.
                  «Miguel  de  Colas,  contadino,  abitante  nella  città  di
               Sabada,  fu  accusato  da  testimoni  di  aver  commesso  la
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