Page 341 - Storia dell'inquisizione spagnola
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ruolo  esatto  di  ciascun  omosessuale,  chi  è  l’agente  e  chi

               subisce,  vuole  conoscere  i  doppi  ruoli.  Vuole  sapere  cosa
               dicono  gli  uomini,  se  alle  perversioni  della  carne,
               corrispondono quelle dello spirito. È un fatto molto grave per
               il  cantore  toledano,  Alonso  de  Ribera,  affermare  che  le
               relazioni  sessuali  fra  uomini  non  sono  un  peccato  contro
               natura.  È  fuori  di  dubbio  che  fra  Manuel  Arbustante,
               sodomita  di  lusso,  si  permette  in  sacrestia,  come  semplice

               preludio,  gesti  lascivi  con  i  novizi,  poi  a  a  dire  la  messa,
               sussurrando  al  ragazzo:  «Zitto,  carino!  Non  è  un  peccato».
               Ma la difesa di fra Manuel è unica nel suo genere.
                  Gli inquisitori dunque si preoccupano molto di stabilire la
               gravità  del  peccato,  di  situarlo  adeguatamente  sulla  scala
               dell’abominevole.  Può  trattarsi  semplicemente  di  carezze,

               precise, certo, ma senza seguito: tali pratiche non vengono
               definite sodomia ma più modestamente: «Mollezza tendente
               alla sodomia». Già più gravi sono le «polluzioni» volontarie
               che  implicano  la  partecipazione  di  terzi;  così  quando  il
               professore di grammatica Creixans o il soldato Mont si fanno
               masturbare da bambini, questi atti sono considerati «contro
               natura»  e  sono  definiti  vicini  alla  sodomia  (propincuos a  la

               sodomia).  Infine  c’è  la  sodomia  qualificata  quando  uno  dei
               partners  tenta  di  penetrare  l’altro  «per  di  dietro»,  secondo
               l’espressione  corrente,  che  vi  riesca  o  no.  Succede  infatti
               molto  spesso  che  l’omosessuale  attivo  fallisca  nel  suo
               tentativo,  soprattutto  quando  si  sforza  di  sodomizzare  dei
               bambini,  dato  il  dolore  provato  da  questi  ultimi  o  a  causa

               della  loro  giovane  età,  quando  cioè  hanno  11  o  12  anni
               soltanto.  In  questi  casi,  l’Inquisizione  fa  quasi  sempre
               visitare  i  pazienti  dai  medici  e  ne  verbalizza  il  referto
               (sfintere lacerato, ecc.). Non sembra quasi che stabilisca una
               differenza a favore di coloro che hanno messo il loro pene fra
               le cosce del partner, generalmente giovane, come cercando
               di  sostituire  una  donna  assente  e  abbandonandosi

               all’omosessualità solo per un momentaneo bisogno.
                  Comunque  sia,  la  sodomia  qualificata  appare  ancora  più
               grave quando l’atto viene consumato e vi è stata emissione
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