Page 290 - Storia dell'inquisizione spagnola
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avrebbe assassinato una cultura spagnola in piena fioritura;

               le responsabilità vanno ampiamente divise: fra lo Stato che,
               nel 1559, proibisce ai suoi cittadini di insegnare o di seguire
               corsi in università straniere eccetto quelle di Bologna, Roma,
               Napoli  e  Coimbra;  fra  gli  intellettuali  stessi  che  abbiamo
               visto  collaborare  strettamente  con  l’Inquisizione,  ivi
               compresi  coloro  che  più  tardi  avrebbero  avuto  i  più  grossi
               guai  proprio  dal  Santo  Uffizio,  come  Mariana,  Miguel  de

               Medina,  Carranza...  Infine,  almeno  fino  all’inizio  del
               Seicento,  l’azione  del  tribunale  fu  selettiva,  lasciando  un
               buon margine di manovra alla creazione e alla ricerca.
                  Ciò  non  toglie  che,  nella  seconda  metà  del  Cinquecento,
               diventa  pericoloso  esprimere  giudizi  su  certe  materie.  Fra
               Luís de León, uno dei maggiori teologi spagnoli, fu gettato in

               prigione  sotto  l’accusa  di  aver  posto  in  dubbio  la  fedeltà
               della  traduzione  dall’ebraico  della  Vulgata.  Vi  stette  per
               cinque  anni,  fino  al  1576,  prima  di  ritrattare  alcune
               proposizioni  minori.  Viene  mostrata  ancora  a  Salamanca
               l’aula  in  cui,  ricuperata  la  sua  cattedra,  egli  avrebbe
               pronunciato, dopo una così lunga assenza, le famose parole:
               «Dicevamo,  ieri...»  Fu  nuovamente  arrestato  nel  1582,  ma

               grazie all’amicizia con l’Inquisitore generale Quiroga il caso
               venne  chiuso  senza  altre  conseguenze.  Altri  ebbero  meno
               fortuna, come Gaspar de Grajal, il suo amico e collega, che
               incarcerato  quasi  nello  stesso  periodo,  morì  prima  di
               riacquistare  la  libertà;  o  fra  Miguel  de  Medina,  una  delle
               glorie  dei  francescani,  che  subì  la  stessa  sorte  prima  che

               l’Inquisizione  di  Toledo  riconoscesse  post  mortem  la  sua
               innocenza .  Padre  José  Sigüenza,  professore  all’Escorial,
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               accusato  di  aver  sostenuto  che  bisognava  predicare  il
               Vangelo  e  solo  il  Vangelo,  di  aver  attaccato  la  teologia
               scolastica  che  considerava  inutile,  di  aver  lodato  oltre
               misura Arias Montano, fu assolto dopo sei mesi di detenzione
               a La Sisla. In quanto al gesuita Mariana, fu perseguitato per

               il  suo  Tractatus  Septem,  in  cui  attaccava  le  manipolazioni
               monetarie. Dopo due anni di prigionia assai confortevole in
               un  monastero  madrileno,  egli  abiurò  de  levi  e  ritrattò
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