Page 295 - Storia dell'inquisizione spagnola
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continuo, benché mai molto importante, fino all’abolizione
del Santo Uffizio. La proporzione relativamente alta degli
inizi è normale, in quanto succede a un periodo di
rilassatezza.
In quanto alle sentenze, sono severe: abiura de levi,
perché il delitto viene assimilato all’eresia; interdizione
perpetua di confessare; da cinque a dieci anni di reclusione
in un convento; penitenze spirituali (digiuni, ultimo posto
nelle cerimonie, disciplina). Ma sarebbe andar oltre lo scopo
che ci si propone (che rimane la difesa del clero e dei
sacramenti) mettere i laici al corrente di queste turpitudini:
«Non è bene essere troppo zelanti nell’incriminare i religiosi
– commenta Peña – perché il processo di un prete può
sempre interpretarsi come quello di tutto il clero». Per un
momento si esita anche a nominare la sollecitazione
nell’editto di fede per evitare lo scandalo. Così la punizione
ha sempre luogo nell’aula del tribunale, davanti a un gruppo
scelto di colleghi-confessori del colpevole.
Col tempo si notano nuove sfumature: maggiore rigore, se
è possibile, nelle sentenze e maggiore preoccupazione di
togliere per sempre dalla circolazione i confessori poco
sicuri. Mentre all’inizio è frequente che si permetta loro di
continuare a confessare gli uomini, sempre di più gli si
proibisce di confessare uomini e donne. È ugualmente
notevole la tendenza ad equiparare sollecitazione e
molinismo, quando compare questa scuola, il che spiega
forse, il relativo rialzo delle curve toledane nella seconda
metà del Seicento.
In quanto agli accusati, c’è appena bisogno di dire che
tutti sono religiosi e che la loro ripartizione fra i differenti
ordini corrisponde grosso modo all’importanza di ciascuno di
essi nell’amministrazione della penitenza. Riprendiamo le
statistiche di Lea per il 1700. I secolari sono poco numerosi:
981 contro 2.794 regolari: fra questi ultimi, la prevalenza dei
francescani è schiacciante: 1.058 rappresentanti tutti i rami
dell’ordine. Seguono i carmelitani con 355 casi, i
domenicani, gli agostiniani e i trinitari. Tutti insieme