Page 291 - Storia dell'inquisizione spagnola
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nell’aula del tribunale . Molti di questi processi sono
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provocati da rancori personali: quello del padre Sigüenza
dalla gelosia dei suoi colleghi, soprattutto del suo priore
Diego de Yepes e del confessore del re, Garcia de Loaisa . Il
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gruppo di Salamanca subi le conseguenze del rancore di un
vecchio professore, per altro stimabile studioso, che non
sapeva distinguere fra rivalità scientifica e inimicizia
personale. Altri, oltre a quelli che abbiamo ricordato,
conobbero la prigione. Il loro numero, tutto sommato,
rimane limitato e le sentenze non hanno nulla di feroce. Ma
molti che non furono mai stati arrestati, finirono per
adottare il punto di vista di Martin di Cantalapiedra, al
termine del suo processo: «È meglio procedere con prudenza
e restare entro limiti ragionevoli». O come sospirava santa
Teresa: «I tempi sono duri». Potenza degli esempi...
Nel Seicento la sorveglianza sugli intellettuali non si
allenta, al contrario. La minima discussione di tesi di laurea
dà luogo al controllo dell’ortodossia delle conclusioni da
parte del commissario locale del Santo Uffizio. A volte tutta
la commissione segue il candidato, sul banco degli accusati
come quei gesuiti di Alcalá giudicati a Toledo nel 1604 per
aver approvato un futuro dottore, il quale voleva sostenere
che: «non è articolo di fede che quella determinata persona
sia il papa legittimo» . Ancora alla fine del Settecento un
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candidato si vide rimproverare dall’Inquisizione di sostenere
il sistema copernicano; fu autorizzato a presentarlo come
ipotesi, non come tesi . In quanto a fra Manuel Santos di San
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Juan, pagò con dieci anni di reclusione in un convento e con
un’abiura de vehementi l’audacia di cui aveva dato prova
scrivendo un Ensavo del teatro de Roma, alla metà del
Settecento .
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Il clero
Abbiamo fatto qualche sondaggio nelle relazioni di cause
dell’Inquisizione di Toledo per determinare il posto degli