Page 285 - Storia dell'inquisizione spagnola
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L’indice è minuzioso. La sua preparazione, iniziata verso il

               1570,  è  durata  quattordici  anni.  Vi  si  includono  libri  in
               tedesco, sebbene quasi nessuno conosceva questa lingua in
               Spagna.  Si  chiedono  all’Inquisizione  portoghese  opere  che
               erano state incluse nel suo indice e che erano introvabili in
               Spagna...  È  un’opera  collettiva,  alla  quale  collabora  il  fior
               fiore  della  cultura:  il  grosso  del  lavoro  è  fatto  dal  corpo
               accademico  dell’Università  di  Salamanca,  accessoriamente,

               da  quello  di  Alcalá.  Mai  l’Inquisizione  sarebbe  stata  meno
               isolata, mai sarebbe stata in più stretto rapporto con la élite
               del regno. Lavoro originale, insomma. L’indice di Quiroga è
               indipendente, come tutti quelli che seguiranno, dai cataloghi
               romani  la  cui  serie  si  conclude  con  la  pubblicazione
               dell’Index tridentinum  nel  1564:  i  libri  condannati  dall’uno

               non  lo  sono  necessariamente  dall’altro,  e  se  le  quattordici
               regole generali si ispirano a quelle di Trento, le divergenze
               sono  notevoli:  inclusione  nelle  regole  spagnole  della
               proibizione di libri ebraici e musulmani, in ebraico o in arabo
               (regola  4);  maggiore  severità  riguardo  le  superstizioni
               popolari,  il  che  dimostra  che,  se  in  Spagna  più  che  altrove
               nel  mondo  cattolico,  le  élites  hanno  assunto  delle  forme  di

               pietà popolare, questo non è avvenuto senza una preventiva
               epurazione; assenza di riferimenti al carattere morale delle
               opere  giudicate:  quello  che  interessa  in  questo  periodo  è
               stricto  sensu  la  lotta  all’eresia.  La  situazione  cambia  più
               tardi:  a  partire  dal  1640,  la  censura  inquisitoriale  si
               interessa  sempre  di  più  a  questi  aspetti.  Il  Catalogo  viene

               pubblicato in forma di editto e una copia viene depositata in
               tutte le librerie, a disposizione del pubblico.
                  Informare  è  bene,  controllare  è  meglio.  Oltre  gli  indici,
               l’Inquisizione dispone di altri strumenti che le permettono di
               sorvegliare il mercato del libro. Dapprima la pubblicazione,
               poi l’esportazione, essenzialmente a Siviglia dove si controlla
               ciò  che  parte  per  l’America.  Ma  non  è  questa  la  cosa  più

               importante.  La  sorveglianza  si  esercita  soprattutto  sulle
               importazioni. Questa preoccupazione è antica e legata, come
               abbiamo visto, al pericolo protestante. E lo rimane. Abbiamo
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