Page 284 - Storia dell'inquisizione spagnola
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anche  di  guidare  gli  intellettuali  nelle  loro  ricerche;  è  uno

               strumento di regola ideologica che si propone di definire il
               contenuto generale delle letture degli spagnoli.
                  Il  Catalogo  di  Quiroga  è  di  una  estrema  semplicità
               nonostante  i  suoi  due  ponderosi  volumi.  Il  primo  tomo  del
               1583, con l’elenco  delle  opere  totalmente  proibite  pubblica
               le quattordici «regole generali» che hanno informato la sua
               stesura  e  che  bisogna  seguire  per  interpretarlo  nel  modo

               esatto. È notevole come nulla sia proibito in assoluto: salvo
               precisazione contraria, le opere proibite sono solo in lingua
               volgare  (regola  14)  e  la  lettura  di  quelli  che  sono  proibiti
               anche in latino, è permessa ad una piccola élite a cui il Santo
               Uffizio  concederà  una  speciale  licenza.  Si  determinano
               dunque tre livelli di lettura: il comune, l’intellettuale e l’élite.

               Il  secondo  volume  contiene  l’elenco  delle  censure  da
               praticare  in  una  lunga  lista  di  opere,  compito  questo  che
               pochi indici stranieri avrebbero osato intraprendere, ma che
               permette di autorizzare numerose opere interessanti che con
               un metodo più rigido sarebbero state soppresse.
                  Ritorniamo alle quattordici regole. Esse danno al lettore i
               mezzi per colmare le lacune dell’indice e di giudicare i libri

               pubblicati          posteriormente.               Vi     sono        definite         come
               particolarmente  dannose  le  opere  pubblicate  dopo  il  1515
               (regola 1), proibiti i libri di stregoneria e di magia (regola 9),
               tutte  le  pubblicazioni,  canzoni,  poemi  che  trattano  in  modo
               troppo umano di cose sacre (regola 10), tutti i libri in volgare
               perché  contengono  preghiere  superstiziose,  come  quelle  la

               cui recitazione garantirebbe contro svariati tipi di morte. Il
               campo non si limita d’altronde al libro, ma si estende a tutti i
               mezzi  di  comunicazione  grafica:  proibizione  di  «tutte  le
               immagini:  ritratti,  statue,  monete,  stampe,  invenzioni,
               maschere,  rappresentazioni  e  medaglie,  di  qualsiasi
               materiale,  stampate,  dipinte,  disegnate,  operate,  tessute,
               figurate o altrimenti fatte in derisione o irriverenza dei santi,

               delle  loro  statue,  reliquie  e  miracoli  [...]  o  che  siano
               contrarie al rispetto dovuto alla Santa Sede [...] ai cardinali e
               ai vescovi» (regola 12).
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