Page 244 - Storia dell'inquisizione spagnola
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pomeriggio, il condannato che rifiuta sempre di convertirsi,

               viene  condotto  in  processione.  Nessuno  vuole  macchiarsi
               guidando la mula su cui è issato. Dopo un’omelia e la lettura
               di un lungo estratto del processo, egli viene condotto al rogo
               in mezzo a una folla in delirio che urla: «Viva la nostra Santa
               Fede  cattolica  e  morte  all’eresia»,  «cosa  che  fu  di  grande
               consolazione»  per  il  funzionamento  del  Santo  Uffizio  che
               redasse la relazione anonima di cui ci siamo serviti. Ferrer

               morì pertinace.
                  Se l’Inquisizione credeva di aver tratto il maggior profitto
               possibile dal suo delitto al fine di esaltare la fede e se stessa,
               dovette  presto  disilludersi,  perché  si  scatenò  una  vera  e
               propria epidemia di «ferrerismo». Un certo Antoine Maurin,
               francese, acquaiolo, sostiene, l’indomani, che Ferrer è morto

               da  buon  cristiano  e  che  lui  stesso  ha  ricuperato  come
               reliquia  un  frammento  di  osso,  di  notte,  fra  le  ceneri  del
               rogo.  Un  certo  Juan  de  Larra,  ex  galeotto,  scaglia  delle
               pietre  contro  le  statue  che  ornavano  la  porta  dell’ospedale
               Anton  Martín  e  colpisce  una  statua  della  Madonna
               all’ingresso  della  chiesa  di  San  Sebastiano,  proclamandosi
               parente di Ferrer. Il 4 luglio 1624, una domenica, Renault de

               Paralt,  un  altro  francese  e  Gabriel  Guevara,  che  sembra  si
               siano  messi  d’accordo;  irrompono  uno  nella  chiesa  del
               convento di Santa Fé, l’altro in quella del convento di Santa
               Barbara e, strappata dalle mani del prete l’ostia consacrata,
               la calpestano. Vengono arrestati sul posto. Il 5, l’Inquisitore
               generale  istituisce  una  commissione  speciale  per  seguire  i

               loro processi.
                  Ignoriamo  ciò  che  accadde  di  loro,  ma  sembra  che
               l’Inquisizione  abbia  fatto  marcia  indietro  in  quanto  alla
               pubblicità da dare a queste cause. Maurin negò e gli si fece
               la  carità  di  credergli:  la  causa  fu  archiviata.  Larra  si  finse
               pazzo.  In  realtà  aveva  avuto  precedentemente  delle  turbe
               psichiche e ci si accontentò di questa spiegazione... allegata

               invano da Ferrer .
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                  Che cosa cercava dunque il Santo Uffizio? Di reprimere il
               sacrilegio?  Certo.  Ma  si  restava  sempre  alla  mercé  di  un
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