Page 217 - Storia dell'inquisizione spagnola
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malattia, e il testimone infatti si ricorda che il dottor
Francisco Lopez stava predicando a San Miguel el Alto,
quando la sunnominata ha detto delle sciocchezze che hanno
gettato lo scompiglio fra i presenti e il predicatore li ha
calmati dicendo “State tranquilli, sapete bene che questa
beata è pazza”».
L’argomento della follia è un mezzo per calmare gli spiriti.
Questa donna non è dannosa, non ha alcun potere, né divino,
né diabolico, dicono i testimoni agli inquisitori. Noi lo
sappiamo: «Essa non esiste poiché è pazza».
Il predicatore non dice altro alla folla scandalizzata. Non
temete, non ha alcun potere. Decretata pazza, essa può
parlare, dire qualsiasi cosa, nessuno l’ascolta, non esiste.
Ciò nonostante gli inquisitori si preoccupano dei delitti,
delle tesi eretiche che devono condannare in seguito alle
denunce che la vogliono colpevole. Che fare della folle?
Tanto più che coloro che l’hanno denunciata non la
considerano tale. Se puniscono la beata, sono i poteri di cui
da alcuni essa può essere investita che gli inquisitori
vogliono colpire. La sua follia è pericolosa perché essa è
ascoltata. Infatti la sentenza vota Juana Bautista a quella
morte e a quel nulla che è la solitudine del folle.
Condannata a comparire in auto público una domenica
nella chiesa di san Pietro a Toledo, ad abiurare de levi,
bandita da Toledo, dai suoi sobborghi e dalla città di Madrid
per due anni, questa pena, apparentemente leggera, è di una
sorprendente severità. A 54 anni, pazza, povera e sradicata,
è destinata alla mendicità e non c’è pericolo che i suoi
discorsi incoerenti possano convincere qualcuno a seguirla.
Ana de Abella ha certamente posto più d’un problema ai suoi
giudici.
Abbiamo visto che il qualificatore contempla la sua follia e,
di conseguenza, la sua colpevolezza. Il fiscale, nella sua
accusa, non ne tiene conto e, non prendendo in
considerazione solo i delitti, la taccia di eresia, di adesione al
movimento degli illuminati e di patto satanico. Ma Ana de
Abella è insensata e violenta. L’Inquisizione la tratta da