Page 216 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Ma  questo  è  ancora  accordare  loro  troppa  importanza.

               Perseguitare delle ilusas, significa accordare loro la parola.
               È  far  loro  credere  che  quanto  dicono  è  importante,  che
               possono essere pericolose. I teologi spagnoli sono più sottili,
               non  discutono  con  le  donne,  le  respingono  nel  nulla,  nella
               follia che non è né Dio, né Diavolo, che non è nient’altro che
               il vuoto dei loro sensi e della loro natura.
                  Nel  1654,  nella  causa  di  Ana  de  Abella,  la  follia  è

               considerata non  solo  come  spiegazione  delle  visioni  e  delle
               rivelazioni,  ma  come  causa  possibile  di  tutto  il  suo
               comportamento e come fondamentale irresponsabilità. Dalla
               donna, ingannata da Satana e dai sensi, alla folle, non c’era
               che  un  passo,  e  i  teologi  non  esitano  a  compierlo.  Nel
               momento in cui tutta l’Europa dà la parola alle streghe e alle

               indemoniate, il Santo Uffizio spagnolo inventa per le donne
               una repressione ingegnosa, sorprendentemente moderna: né
               rogo, né esorcismo, ma il nulla, modernissimo, della follia.
                  Una  volta  convinti,  i  giudici  del  Santo  Uffizio  si  trovano
               tuttavia di fronte a un problema. Che fare di quelle donne?
               Qual è la soluzione repressiva più pertinente? Se la follia è
               segno di irresponsabilità, non si può ricorrere alla punizione

               e  neppure  si  può  fare  appello  ai  rimorsi  di  coscienza.  La
               follia spunta da ogni parte in queste cause, è confermata da
               tutti i testimoni della difesa presentati da Juana Bautista su
               consiglio dei suoi avvocati.
                  «Se in qualche modo essa ha disobbedito, non può essere
               che per ignoranza, e non per malignità, perché a dire il vero

               il testimone la ritiene incapace e scema (incapaz y tonta) al
               punto  che  tutti  la  considerano  un  po’  svanita.  Infatti  il
               testimone l’ha sentita spesso parlare senza logica, il che è la
               verità,  sotto  giuramento,  ed  è  notorio  e  pubblico  in  questa
               parrocchia e fra tutti coloro che la conoscono.
                  «È  perché  le  manca  la  ragione,  in  conseguenza  del  fatto
               che  in  passato  è  stata  pazza  e  faceva  la  vagabonda  e  da

               allora  non  parla  più  come  prima  ma  molto  confusamente
               appunto  perché  è  stata  pazza,  qualche  tempo  fa,  ed  è
               rimasta  menomata  giacché  nessuno  esce  sano  da  questa
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