Page 208 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Juana Bautista e terziaria francescana, dice: «occuparsi del
proprio raccoglimento e osservare le regole di san
Francesco».
Di Ana de Abella, anch’essa terziaria francescana, il fiscale
dice che «porta l’abito ed essendo considerata tale (tercera
de san Francisco) gode di immunità e privilegi». In Spagna, i
terziari francescani godono del fuero ecclesiastico se
portano l’abito; sembrerebbe dunque che questa immunità
riguardi anche le donne, assicurando loro alcuni vantaggi. Le
terziarie rispettano la regola dell’ordine, senza obbligo di
clausura, senza pronunciare voti e sono sottoposte
all’autorità del curato della loro parrocchia e alle sue
eventuali sanzioni. Michaella Tribino ha un domicilio fisso e
non mendica, Ana de Abella è una vagabonda. Ciò
nonostante tutt’e due vivono sia in permanenza sia
episodicamente en la compañía di laici devoti che le ospitano
e le nutrono.
Doña Geronima de Noriega, più fortunata, vive a casa
propria e ha i suoi domestici. È beata del Carmelo. Infatti,
dopo la riforma dell’ordine, con i suoi conventi più chiusi che
mai, è probabile che numerosi religiosi e confessori abbiano
cercato di promuovere intorno all’ordine un movimento di
laici, intermediari tra il Carmelo rinnovato e il mondo
cristiano. Un movimento analogo a quello che si forma, nello
stesso periodo, in Francia confermando in ciò la vocazione
apostolica e missionaria della riforma di santa Teresa e lo
spirito della Controriforma cattolica.
Riformando gli ordini femminili e ripristinando la clausura,
si crea un vuoto nelle opere femminili di carità e di
assistenza. Questo vuoto potrebbe essere colmato dalle
beate. Tuttavia il concilio si dimostra contrario al sacerdozio
dei laici per il suo proposito di distinguersi senza equivoco
dal luteranesimo, di cui il sacerdozio universale è uno dei
principi fondamentali. Il ruolo assunto dagli spagnoli al
concilio spiega forse in parte questa radicalizzazione. Essi
sapevano quanto fossero pericolose alcune di quelle
aspiranti devote. È dunque nonostante le decisioni conciliari