Page 203 - Storia dell'inquisizione spagnola
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stato possibile imparare a leggere e a scrivere senza alcun

               insegnamento.
                  L’abito di beata e la sua cecità sono altrettanti segni che
               l’additano alla venerazione popolare. María de los Dolores è
               oggetto  di  ammirate  sollecitazioni.  Non  parla  forse
               familiarmente con la Vergine? Non è forse la sposa di Cristo
               per il quale si sottopone a supplizi e flagellazioni? A Siviglia
               dove  opera  nessuno  ignora  che  ottiene  la  liberazione  di

               anime dal purgatorio.
                  Preso  dal  rimorso  il  suo  confessore  la  denuncia  e  si
               denuncia  all’Inquisizione  che  si  impadronisce  del  caso,
               inviando inizialmente alla beata predicatori  e  teologi  di  cui
               ella  mette  fuori  gioco  la  dialettica,  riaffermando  fino  alla
               sentenza  definitiva  le  sue  certezze  eretiche,  senza  che  un

               tremito tradisca paura o pentimento.
                  Davanti alla morte, all’ultimo istante, grida fra le lacrime
               di voler essere confessata.
                  La  personalità  di  questa  condannata  cieca  e  impassibile,
               vestita di uno scapolare bianco ricoperto di un coroza su cui
               sono dipinti diavoli e fiamme, contribuisce all’emozione degli
               astanti. La beata Dolores viene impiccata e il suo cadavere

               dato alle fiamme.
                  Nella  coscienza  dei  contemporanei  l’Inquisizione  ha
               condannato una strega . Vero è che questo caso si inserisce
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               in  un  particolare  contesto.  La  Spagna  è  colpita  allora,  allo
               stato endemico, da un’inflazione di miracoloso.
                  Le  beate  visionarie,  le  religiose  che  compiono  miracoli

               sono  all’apice  della  loro  celebrità,  come,  alla  fine  del
               Settecento,  quella  Isabel  María  Herpiaz,  beata  di  Cuenca,
               moglie  di  un  contadino,  la  cui  fama  è  tale  che  la  si  può
               vedere, oggetto di una vera e propria adorazione, portata in
               processione in mezzo a ceri accesi e ad effluvi di incenso.
                  Anche  in  questo  caso,  la  sentenza  dell’Inquisizione  non
               risparmia né la beata né i suoi adoratori. Il curato di Vilar de

               Aguilar  e  due  frati  sono  condannati  alla  reclusione  nelle
               Filippine, un altro viene sospeso per sei anni, mentre la sua
               domestica e due compaesani vengono condannati a duecento
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