Page 168 - Storia dell'inquisizione spagnola
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invitato dal Corano a compiere almeno una volta nella vita,
sembra che i moriscos non l’abbiano praticamente mai
effettuato. Troviamo una spiegazione nel racconto di un
pellegrinaggio compiuto da un moro aragonese alla fine del
XVI secolo o nei primi anni del XVII. Le difficoltà che una
simile impresa comportava sono all’origine del fatto che la
maggior parte dei moriscos siano morti senza averla
compiuta.
L’elemosina, che era uno dei cinque obblighi rituali
dell’Islam, veniva generalmente fatta, come abbiamo visto,
durante la festa del termine del digiuno o il venerdì. Meglio
ancora, la notte del giovedì, all’ora in cui inizia la festa del
venerdì. Veniva distribuita ai poveri e alle vedove della
comunità e poteva anche essere in natura. Al termine di un
pranzo in casa di Maria Merino, ognuno dei suoi sette
invitati consegna una ciotola di farina. Un’altra volta
vengono dati in elemosina degli orci d’olio.
I grandi avvenimenti, cioè la nascita, il matrimonio e la
morte, erano, nel limite del possibile, celebrati secondo le
tradizioni della comunità.
I più importanti riti della nascita sono le fadas, cioè la
consacrazione del neonato a Dio. Quando il bambino ha sette
giorni, lo si lava, si tracciano dei segni rituali sulla sua fronte
e gli si mettono al collo degli amuleti con alcuni versetti del
Corano. Gli si sceglie quindi un nome islamico e, alla fine, si
sacrifica un animale. C’è da aggiungere la circoncisione che
prima si faceva all’ottavo giorno ma che fu progressivamente
spostata verso l’ottavo anno.
Il rito della purificazione si compiva in occasione del
matrimonio. Inoltre la sposa, che portava a volte una cuffia
colorata sul capo, era accompagnata alla casa del suo futuro
sposo, della quale varcava la soglia con il piede destro.
Infine, la morte rappresentava un’occasione d’incontro fra
amici e parenti per rendere l’estremo omaggio allo
scomparso. Il morto veniva dapprima lavato dalla testa ai
piedi, poi composto con estrema cura: veniva profumato con